COME TU MI VUOI


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Evento finito il 04 Febbraio 2017


Una produzione Teatro delle Forche

 

…E si comincia! Sulle note di una canzone, che si ripeterà nel corso dello spettacolo, ma che, per assurdo, assumerà un tono diverso da questo piuttosto “speranzoso” della prima scena, c’è una lei che guarda davanti a sé e che sembra correre, nonostante si muova a rallentatore, e c’è un lui, seduto e mezzo nudo, che si sta preparando…a correre. Correre sarà il leitmotiv dell’intera pièce. I due protagonisti appartengono a generazioni diverse, ma entrambi vivono lo stesso periodo storico, periodo precario e piuttosto spaventoso che tutti noi stiamo, chi più chi meno, attraversando oggi. Entrambi corrono, dunque, e lo faranno pressoché per tutto il racconto, ma in diverse modalità. All’inizio la corsa di lui, un cinquantenne rassegnato a vivere ai bordi della tangenziale, in un orrendo casermone, è una corsa fluida, costante, ma pacata. Lui corre perché ha un obiettivo: non essere più uno dei “tanti piccoli me” che vivono ai margini, stipati in periferie tristi e solitarie e con un lavoro precario che a fine mese potrebbe cessare definitivamente. La corsa di lei, invece, è da subito scattante, da lasciare quasi senza fiato. Lei di anni ne ha quasi trenta e anche lei ha un obiettivo: cercare di costruirsi un futuro che le dia stabilità. Ma mentre lui “per semplificare le cose” ha “imparato a distinguersi” e non ha paura di dire ciò che pensa, le frasi di lei non si completano mai; la trentenne, che non ha ancora un posto nel mondo, mostra un pudore quasi referenziale  verso tutto ciò che riguarda le sue scelte. Di volta in volta racconta che viene da… che si è iscritta al collocamento di… che ha accettato il lavoro da…che si è anche iscritta all’università, alla facoltà di… Sembra che i due siano destinati a non incontrarsi mai; sembra che i loro percorsi seguano vie differenti, ma si incontreranno presto e diventeranno prima colleghi, poi l’uno diventerà subalterno dell’altra. Che buffo avere un team leader più giovane di vent’anni, che non si fa scrupolo a chiamarti “scimmietta”, che non perde occasione per ricordarti quanto tu sia “sfigato”. Eppure, oggi va così. Il tempo passa, cadenzato dai monologhi di lui e di lei e anche la corsa cambia. Ora è la corsa di lui ad essere scattante e veloce; ora lui tira anche di boxe. Lei, invece ha abbandonato le scarpette da corsa; al loro posto sono comparsi splendidi tacchi a spillo che, in teoria, ma solo in teoria, rappresenterebbero uno step in più verso la stabilità economica, ma che in realtà la riducono buffa, quasi gobba e la tengono talmente ancorata verso il basso da farle trascinare pesantemente i piedi. Ancora una volta l’abito non “ha fatto” il monaco. Insoddisfatta lei, insoddisfatto lui; nessuno dei due sa che cosa ne sarà di loro di lì a poco. <<Come mi vuoi? Come cXXXo mi vuoi?>> urla la trentenne, ormai stanca e disperata. Com’è che dovrà ancora trasformarsi, a quali e quante ingiustizie dovrà ancora sottostare per poter raggiungere almeno uno dei mille obiettivi prefissati? E si finisce! E i due non sono più gli unici combattenti in scena; un oggetto che porta morte, paradossalmente, rappresenterà la salvezza per entrambi. Le loro vite si incroceranno? I loro cuori si innamoreranno? Piace pensare di sì; piace pensare che si aiuteranno a vicenda, che l’esperienza e il cinismo scaturitone di lui e la freschezza che si sta ormai trasformando in disperata rassegnazione di lei, riescano a trovare un’unica via d’uscita e che, ormai uniti, i due inizieranno a correre non tanto verso la felicità ( quella resta ancora una simpatica utopia), ma verso un futuro più sereno e stabile. Un futuro fatto di piccole cose, come quello che canta Battisti, conducendoci verso il finale, così: <<In un grande magazzino una volta al mese, spingere un carrello pieno sotto braccio a te. E parlar di surgelati, rincarati, far la coda mentre sento che ti appoggi a me… Perché no? Perché no?…>> In fondo se lo meritano… in fondo ce lo meritiamo un po’ tutti!

 

Marianna Addesso iNPlatea

 

da due racconti di Tommaso Pincio e Christian Raimo

con Giancarlo Luce, Ermelinda Nasuto

costumi Mariella Putignano

disegno luci Franz Catacchio

segretaria di produzione Francesca Piccolo

regia Giancarlo Luce

Novembre 11th, 2016 by