LA BANALITA’ DELL’AMORE


Dettaglio eventi

Evento finito il 07 Marzo 2018


Una produzione Teatro Stabile di Napoli – Teatro Nazionale

 

Quella meravigliosa banalità chiamata amore

È stata una vita, quella di Hannah Arendt, vissuta tra i due grandi estremi, il sommo bene dell’amore e l’odio cieco incarnazione del male. Due contrari opposti eppure uniti dal filo sottile dell’irrazionalità, esempio di come sono i sentimenti, e non la ragione, a guidare la vita umana, così che “una ragazza colta e intelligente finisce col comportarsi come un idiota qualsiasi”.

La banalità del male, scritto da Savyon Liebrecht per la regia di Pietro Maccarinelli, è la storia di Hannah Arendt, anziana professoressa che da giovane fu amante di uno dei più importanti filosofi del ‘900, nonché suo insegnante, Martin Heidegger. Tra i due nascerà un amore destinato a durare tutta una vita e a sfidare la storia, pur segnato dall’inconciliabile convivenza tra le origini ebraiche della ragazza e la convinta adesione, seppur in buona fede, all’ideologia nazionalsocialista del professore. I quattro attori del cast, Anita Bartolucci, Claudio Di Palma, Giacinto Palmarini e Federica Sandrini, regalano un’interpretazione da incorniciare, potente e appassionata, dei tormentati personaggi, mossi da passioni che la Storia tuttavia non si degna di prendere in considerazione. La regia si muove con grande maestria su più piani temporali e riesce a sfruttare a pieno le risorse non solo degli attori, ma anche della ricca scenografia e delle luci, che con sapienti giochi di luci e colori riesce a dividere perfettamente il palco in due, creando un solco tra un passato e un presente solo in apparenza divisi.

La ricerca della verità e della purezza si intersecano con pulsioni irrefrenabili, che trascinano i personaggi in un vortice dal quale, purtroppo, nessuno esce vincitore; restano solo le vite irrisolte, le passioni sospese e inappagate, l’amarezza di ciò che fu e di ciò che non potrà essere, e la responsabilità che l’individuo deve (o dovrebbe) assumersi pur di fronte all’ineluttabile, come extrema ratio di dignità di fronte alla barbarie e vero discrimine tra libertà e schiavitù, tra innocenza e colpa. Tutte emozioni che questo spettacolo restituisce con pienezza, regalando una storia che non conosce un attimo di stanchezza e che regala una serata di bel teatro.

Ad un certo punto della storia Hannah dichiara che il male è banale in quanto commesso con normalità ed inconsapevolezza da persone normali, da chiunque. Quando alla fine le viene chiesto come possa lei ancora amare chi le ha inferto tanto male, il suo amore eterno e dannato, risponde semlicemente, schiettamente: “È la banalità dell’amore”. E in questa frase, così laconica, sta il senso di tutto: la speranza trionfa sulle tenebre finché, alla pari del male, ci saranno ancora persone normale che ameranno inconsapevolmente, incondizionatamente, al di là di ogni altra cosa.

Giuseppe Grasso iNPlatea

 

di Savyon Liebrecht
regia Piero Maccarinelli
con Anita Bartolucci, Claudio Di Palma, Giacinto Palmarini, Federica Sandrini
scene Carlo De Marino
costumi Zaira de Vincentiis

Dicembre 9th, 2017 by