LA MORTE DELLA BELLEZZA


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Evento finito il 28 Ottobre 2017


“Linearmente contorto” è l’ossimoro che mi è venuto in mente, di getto, per raccontare l’esperienza.

Ci introduce allo spettacolo il regista e interprete Benedetto Sicca, vestito (si fa per dire) in puro stile Anni ’40, con tanto di canottiera, boxer e reggicalzini “alla maniera di Winston Churcill”. Sicca ci racconta che sebbene i personaggi del romanzo siamo parecchi, in questo adattamento ha voluto che ci fossero solo i due protagonisti Lilandt ed Eugenio, talmente ricchi di sfaccettature da essere in grado di “riempire” tutto lo spazio narrativo. Al pubblico la facoltà di interagire con i due attori, è parte in causa autorizzato a interrompere il flusso narrativo, al grido di “Froci!” (o “Ricchioni!” poiché ci troviamo a Napoli); ogni volta che qualcuno interromperà, gli attori passeranno alla narrazione di un altro capitolo e il racconto diventerà estemporaneo.

La piecè è tratta dal romanzo di Giuseppe Patroni Griffi, scritto nel 1987 e ambientato nella Napoli del Dopoguerra: La morte della bellezza. In scena i due protagonisti: Lilandt, quasi trentenne che “si lascia vivere” bloccato in un tranquillo standby procuratogli suo malgrado dalla guerra e Eugenio, esuberante studente di Liceo che si affaccia adesso alla vita. Durante tutto lo spettacolo verranno continuamente accentuate le differenze caratteriali e di età tra i due, sia grazie alla differenza di timbro di voce, sussurrata e calma quella di Lilandt, urlata e “a scatti” quella del giovane Eugenio, sia anche grazie a una diversa scelta di abbigliamento. La moda di quegli anni, infatti, tendeva ad omologare un po’ tutti e anche chi aveva vent’anni pareva ne avesse quaranta; ma basta un maglioncino di cachemire indossato da Lilandt e un paio di scarpe bianche indossate su t-shirt a righe bianche e blu, stile marinaretto, da Eugenio per rendere l’idea che quasi una generazione li divide. Solo in un’occasione rilevo una certa ingenuità nel personaggio di Lilandt: ad un certo punto si rivolge ad Eugenio dicendogli “Puoi ‘giardineggiare’ quando vuoi ” ed è in quel neologismo che rivedo la Baby protagonista di Dirty Dancing quando, al cospetto di Johnny, timidamente esclama “Ho portato un cocomero!”. Per il resto Lilandt cercherà sempre di frenare gli entusiasmi giovanili del suo giovane amante conscio del fatto che nuove e forti esperienze potranno in qualsiasi momento essergli rinfacciate. I due si incontrano per la prima volta in un cinema, durante un bombardamento pomeridiano inaspettato. Per la paura, si ritrovano abbracciati come per difendersi ed è subito colpo di fulmine. <<… avere un compagno nella morte…>> esclama Eugenio spaventato. Forse è da queste parole che bisogna partire per tentare di comprendere la storia d’amore tra i due. Mentre Lilandt è avvezzo a incontri occasionali con altri uomini e altresì alla masturbazione ed è quindi già ben consapevole della propria natura, per Eugenio è tutto nuovo ed egli ne rimane affascinato, ma al contempo spaventato. All’inizio, dunque, crederà di essere di fronte a un bisogno di protezione che gli manca da tempo, non all’amore, al vero amore!

Alti e bassi, screzi amorosi e baci appassionati i sentimenti protagonisti in scena. La stessa scenografia, forse l’unica nota moderna in quanto richiama lo stile “loft”, ma che non confonde assolutamente il pubblico, vive di vita propria con i suoi cassetti e le sue quinte in movimento. Linearmente contorto, dunque; l’utopica linearità che ci si aspetta ogni volta da una nascente storia d’amore perennemente spezzettata da indecisione, insoddisfazione e paura. Entrambi hanno paura, seppur in momenti diversi, ed entrambi prenderanno drastiche decisioni sperando così di soffrire e far soffrire meno. Aleggia su tutto e tutti sospeso il concetto di bellezza, la bellezza di due giovani amanti che si staglia nella bella Napoli colpita al cuore da una guerra, ma che mantiene sempre vivo tutto il suo fascino.

Marianna Addesso iNPlatea

 

drammaturgia e regia Benedetto Sicca

con Francesco Aricò, Benedetto Sicca
scene Luigi Ferrigno
costumi Zaira de Vincentiis
disegno luci Marco Giusti
realizzazione video Alessandro Papa

Ottobre 4th, 2017 by