Una coproduzione di Opéra de Lausanne, Opéra National de Bordeaux e Opéra de Marseille
Opera fantastica in cinque atti su libretto di Jules Barbier, tratto da una pièce scritta nel 1851 assieme a Michel Carré
Prima rappresentazione: Parigi, Opéra-Comique,10 febbraio 1881, postuma
Direttore | Pinchas Steinberg
Maestro del Coro | Gea Garatti
Regia e costumi| Laurent Pelly
Scene | Chantal Thomas
Versione del libretto e dialoghi | Agathe Mélinand
Light Design | Joël Adam
Associate Costumes Designer | Jean-Jacques Delmotte
Interpreti
Olympia, una bambola automa, Maria Grazia Schiavo / Daniela Cappiello
Antonia, una cantante, Nino Machaidze / Federica Vitali
Giulietta, una cortigiana, Josè Maria Lo Monaco
Stella, una cantante, Michela Antenucci
Hoffmann, poeta, John Osborn / Arturo Chacón Cruz
Lindorf, consigliere municipale / Coppelius, inventore/ Dr. Miracle, medico / Dapertutto, stregone, Alex Esposito / Fabrizio Beggi
Nicklausse, amico di Hoffmann, Annalisa Stroppa / Laura Verrecchia
Andrès, servo di Stella / Cochenille, aiutante di Spalanzani / Frantz, servo di Crespel / Pittichinaccio, spasimante di Giulietta, Orlando Polidoro
Crespel, liutaio e padre di Antonia, Roberto Abbondanza
Spalanzani, inventore, Enrico Cossutta
Hermann / Schlémil, Dario Giorgelè
Nathanael, studente, Pasquale Scircoli
Luther, Italo Proferisce
La madre di Antonia, Federica Giansanti
Orchestra, Coro e Corpo di Ballo del Teatro di San Carlo
Spettacolo in Francese con sovratitoli in Italiano e in Inglese
Attraverso il susseguirsi di straordinarie storie di bambole meccaniche, occhiali magici, voci spettrali e sensuali cortigiane, Les Contes d’Hoffmann è l’inquietante ed onirico tributo di Offenbach alla vivida immaginazione dell’”eroe” protagonista, il poeta romantico tedesco E. T. A. Hoffmann. In piena coerenza con musica e libretto, la messa in scena di Laurent Pelly è uno spettacolo ipnotico ed accattivante. In primo luogo per l’uso “virtuoso” dello spazio scenico, fatto di pareti mobili che crean -, in un salotto “stranamente” familiare in cui il lampadario diventa un ascensore infernale e le tende si trasformano in sàrtie – i labirinti in cui i personaggi della vicenda sono intrappolati e, in aggiunta, per effetto di incursioni dal mondo del cinema (con Lindorf ed i suoi “avatar” che evocano incredibilmente il Nosferatu di Murnau) e dei racconti di Edgar Allan Poe. Completano l’illusione costumi, luci ed effetti teatrali di particolare efficacia.