LETTERA A UN BAMBINO MAI NATO


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Evento finito il 10 Marzo 2019


Oriana Fallaci sorprende ogni volta per la sua eterna contemporaneità: Lettera a un bambino mai nato sembra scritto ieri e Rosalba Di Girolamo è riuscita a far emergere quella sensibile freddezza che tanto ha caratterizzato la vita della scrittrice, rendendola ancora attuale.

Non era una donna semplice Oriana Fallaci, tutt’altro; ha vissuto la sua vita come ha voluto, senza mai scendere a compromessi (anche questo scritto, ad esempio, le era costato un litigio con il suo direttore di allora, che le aveva assegnato un’inchiesta sull’aborto e si era ritrovato un manoscritto). Autobiografico, la Fallaci abortì spontaneamente e non ebbe mai altri figli, il testo colpisce certamente per la sua dolcezza, ma anche per la lucida analisi che la scrittrice fa dell’evento occorsole. Atea e dunque non costretta a piegarsi ai dettami della Chiesa in materia di procreazione, la Fallaci parla col suo feto in maniera obiettiva, spiegando a quell’ammasso di cellule che nonostante abbia imparato ad amarlo, non gli permetterà di certo di limitarle la vita.

In scena uno scrittoio, dove l’attrice si colloca a inizio pièce; un cassetto con dentro dei fogli che vengono letti con stupore e attenzione. La scelta di descrivere anche il ritrovamento del manoscritto, titolato in inglese (Letter to Neverborn Child), ad opera del nipote della Fallaci, nel 2015, lascia al pubblico il tempo di “acclimatarsi” al monologo, che altrimenti sarebbe potuto risultare monotono. Dopo aver letto alcune pagine, buio in scena e ritroviamo la Di Girolamo al leggio dal lato opposto, completamente trasfigurata in Oriana. Non ha più il paltò nero, stile austero e “militare”, ma indossa un cardigan rosso a simboleggiare una passione fino a quel momento repressa e che ora, ora che si è abituata alla vita che le sta crescendo dentro, può trovare sfogo. Grandi sorrisi, ma anche lacrimoni; sigaretta semi perenne in mano e via andare. Il flusso di coscienza è libero di fluttuare in scena e colpire il pubblico con parole dure come macigni e leggere come nuvole. L’ultima parte del monologo avviene da seduta; il bambino non c’è più. la scelta, se di scelta consapevole si è trattata, è compiuta.

Tutto questo era lei: Oriana Fallaci, una donna capace di unire e dividere, di colpire nel segno e di accarezzare amorevolmente, allora come oggi.

iNPlatea_Marianna Addesso

Gennaio 4th, 2019 by