PER FORTUNA CHE SONO TERRONE


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La Musica, bella musica di una piccola grande orchestra composta da chitarra, fiati, contrabbasso, percussioni, violino e voce, quella che accompagna lo spettacolo di Paolo Caiazzo, comico e critico interprete di una genuina napoletanità. In scena anche una presenza digitale: sul muro di scena, che appare all’occorrenza, vengono proiettate una serie di immagini che “immettono” lo spettatore nello spettacolo. Paolo fa ridere e fa pensare: anche la scelta dei brani musicali non è lasciata al caso. Un artista a tutto tondo che canta, recita, fa ridere e fa riflettere. Lo spettacolo, scritto e diretto dallo stesso Paolo Caiazzo,  tocca con ironia e premura argomentazioni sociali. Il punto di vista proposto, l’analisi sociale e culturale, ed alcuni spunti riflessivi sull’andamento di questo nostro bel paese, mettono in luce –  fra l’altro – una forte critica all’iniqua unità d’Italia, a svantaggio dei meridionali, ed alle conseguenze, prendendo a prestito dalla giurisprudenza una terminologia esaustiva, patita e patenda. Eppure, nonostante i contenuti dello spettacolo – più seri delle aspettative – fragorose risate interrompono frequentemente la kermesse, che inizia con un brano di Federico Salvatore; subito si prendono le distanze da una certa, solita, spicciola comicità, quale quella che siamo tristemente abituati a vedere in giro. Una sola parolaccia in tutto lo spettacolo, “zizza”, merita menzione. Una comicità ficcante, anche se, in talune circostanze,  si ha la sensazione che lo show sia ancora troppo lento; il ritmo del tempo comico viene trascurato, solo qualche volta. Paolo conclude lo spettacolo con il cappellino in testa del suo personaggio televisivo Tonino Cardamone, “che dice ma io e dice ma tu…”! Il “Terrone” è una dichiarazione d’amore per Paolo Caiazzo, che, come contadino della sua “Terra”, intende coltivarla! E sottolinea la necessità di non distaccarsi dalle origini, “leggendo” il dolore che Modugno, di cui canterà alcuni brani, provava nella amara consapevolezza che i “terroni” stessero lasciando la loro terra. La spettacolarità prende corpo dalla sobrietà ed alla comicità, espressa con il garbo e l’educazione che la fanno da padroni, va riconosciuto un merito! Il tutto va in scena ad un teatro Trianon sguarnito… il pubblico è assente ingiustificato e, per un comico, non deve essere facile andare in scena con la platea mezza vuota: ma qui a Napoli, città metropolitana,  privandosi delle competenze necessarie, una produzione come Tunnel promuove lo show sfruttando qualche social mantainer… non un manifesto, non un flyer. Pare quasi che competenza e professionalità, anche nel settore della comunicazione, debbano, per ovvie esigenze economiche, lasciare il passo a soluzioni artigianali a basso costo, e questo è avvilente. Una defaillance imputabile alla produzione, non già alla compagnia, composta, tra gli altri, da Francesco Mastandrea, il regista dello show, che – in una formula già vista – interagisce con il comico, di cui diventa spalla invisibile. A tutti va il merito di aver confezionato e proposto un buon prodotto. Una garanzia per una serata divertente e per uno spunto riflessivo, ma anche una buona opportunità per accendere la passione per le nostre origini e ringalluzzirre un pò di orgoglio partenopeo negli animi.
scritto, diretto e interpretato da Paolo Caiazzo
iNPlatea _ Vittorio de Vito
Ottobre 13th, 2017 by