QUALCUNO VOLO’ SUL NIDO DEL CUCULO


Dettaglio eventi


Una produzione Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini

 

 

La grande scritta che si intravede ai piedi del palco entrando nella platea, “Ospedale psichiatrico”, è il vero inizio di uno spettacolo che riesce a far sognare ed emozionare con rara forza. Quell’installazione che rompe la quarta parete preannuncia una storia, “Qualcuno volò sul nido del cuculo”, impossibile da dimenticare, raccontata con maestria, sincerità e la necessaria brutalità dalla mano sapiente di un Gassman in forma strepitosa, mediato dall’adattamente di Maurizio de Giovanni. Il regista guida una squadra di attori straordinari, che ci regalano personaggi, i pazienti, che non si può non amare, e i cattivi, lo staff, che sfociano nella crudeltà con grande realismo. Sulla scena si muovono figure vive, sfaccettate, che restituiscono per intero la dura realtà delle case di internamento che Ken Kesey, autore del romanzo da cui è tratta l’opera, visse durante il suo periodo di volontariato negli anni ’60. La storia, raccontata attraverso gli occhi di Randle McMurphy (Dario Danise per l’occasione), un delinquente che si finge pazzo per sfuggire alla galera, ci catapulta in un mondo del tutto dimenticato, che sia la California o Aversa non importa. È lui che, volando sul nido del cuculo (espressione gergale che sta per manicomio) ci costringe a guardare ciò che non vogliamo vedere, una storia di violenza al limite del sadismo, di soprusi, di odio, di enorme dolore e di completo abbandono, la storia di una comunità sospesa tra la realtà troppo dura da affrontare e una dimensione onirica di libertà che appare (con bellissimi effetti speciali) nella mente del gigante buono Ramòn. I momenti musicali efficacemente disposti e le curatissime scenografie completano quello che è un vero e proprio universo ricostruito su un palco, che nella sua crudezza intona un inno alla libertà più assoluta, quella dello spirito, all’amore per il prossimo, alla compassione, all’umanità la cui assenza conduce al crollo di tutto il nostro mondo.

Ignorando per un attimo le sue reali abitudini da parassita, nel dialogo tra Dario e Ramòn il cuculo viene usato come metafora per indicare chi non ha casa, non riesce a trovare il suo posto nel mondo e allora si rifugia altrove in cerca, almeno, di un po’ di pace. Se la vediamo così, questa sera il cuculo ha di sicuro fatto il nido in tutti i nostri cuori.

Giuseppe Grasso iNPlatea

 

di Dale Wasserman
dall’omonimo romanzo di Ken Kesey
traduzione Giovanni Lombardo Radice
adattamento Maurizio de Giovanni

con Daniele Russo, Elisabetta Valgoi, Mauro Marino, Giacomo Rosselli, Emanuele Maria Basso, Alfredo Angelici, Daniele Marino, Gilberto Gliozzi, Davide Dolores, Antimo Casertano, Gabriele Granito, Giulia Merelli

uno spettacolo di Alessandro Gassmann

Dicembre 4th, 2017 by