opera in tre atti su libretto di Francesco Maria Piave dal dramma La dame aux camélias di Alexandre Dumas
Prima Rappresentazione: Venezia, Teatro La Fenice, 6 marzo 1853
Direttore | Stefano Ranzani
Regia | Lorenzo Amato
Scene | Ezio Frigerio
Costumi | Franca Squarciapino
Interpreti
Violetta Valéry | Albina Shagimuratova / Nino Machaidze / Maria Grazia Schiavo
Flora Bervoix | Mariangela Marini / Cinzia Chiarini
Annina | Michela Antenucci
Alfredo Germont | Francesco Demuro / Ivan Magrì
Giorgio Germont | Amartuvshin Enkhbat / Giovanni Meoni
Gastone | Lorenzo Izzo / Enrico Zara
Il barone Douphol | Nicola Ebau
Il marchese d’Obigny | Nicolò Ceriani
Il dottor Grenvil | Francesco Musinu
Orchestra e Coro e Balletto del Teatro di San Carlo
Produzione del Teatro di San Carlo
Ancora oggi a Parigi si depongono fiori sulla tomba di Marguerite Gautier, protagonista realmente esistita del dramma di Alexandre Dumas figlio La dame aux camélias dal quale Verdi, insieme al suo librettista F. M. Piave, trasse il libretto della Traviata. Non a caso l’opera, basata su un soggetto piuttosto scabroso per l’epoca, vide la luce a Venezia dove la censura era già stata tollerante con Verdi accettando le arditezze di Ernani e Rigoletto. Per diverse ragioni (tra le quali l’inadeguatezza dei cantanti) l’opera subì un clamoroso insuccesso alla prima ma divenne poi una delle opere italiane più rappresentate di tutti i tempi. Sul piano musicale, La traviata è per molti aspetti l’ultima opera belcantistica di Verdi e segna il passaggio dal modello del primo Ottocento, legato ad una dimensione vocale idealizzata, alla nuova via più “realistica” che lo stesso Verdi percorrerà nella seconda metà del secolo. Terza opera della cosiddetta “trilogia popolare” (insieme a Trovatoree Rigoletto), Traviata è forse la partitura più densa di interiorità psicologica di tutto il teatro d’opera romantico. Le violente passioni delle opere precedenti si trasformano in sottili e spesso raffinate notazioni dei sentimenti, del dolore, della tenerezza, dell’amore, della rassegnazione.