Quando Italo Calvino introdusse Candido di Voltaire ne sottolineò immediatamente la fluidità del ritmo . La velocità con la quale il racconto si svolge è abbagliante , toglie il respiro ; è nel giro di poche pagine che il protagonista viene travolto da eventi nefasti che gli tranciano gli affetti più veri.
La natura sorprende gli uomini mostrandosi crudele e impietosa, tutto avviene repentinamente nel turbinio delle scene; nell’ inafferrabilità di quei momenti passa anche, silenziosa e sottile, l’ineffabilità dell’uomo, con la sua bellezza sublime ma anche con l’ oscura e malvagia essenza che pure lo definisce. Cinico,vuoto, alienato è l’essere umano: Candido è la velocità con cui, giorno dopo giorno, l’essere umano esiste e si fa storia .
Candido – così come Italo Calvino lo rappresenta- è in sé leggerezza, velocità, sincera passione nel vivere, e sempre con tale leggerezza si aggira fra guerre e disavventure, eventi oscuri e vicende di morte, perché l’ “orto/esistenza” della vita, come che sia, va inevitabilmente coltivato. Candido è l’invito ad andare avanti, a scrutare l’orizzonte, per non negarsi la possibilità di scoprirne profondità e contrasti.
L’opera, nonostante l’apparente distanza di genere è sostenuta da tratti marcatamente filosofici. In essa è portante la critica alla visione Leibniziana che vuole il mondo ordinato e forgiato per essere il migliore possibile; anche il mondo di Candido insegue la leggerezza di un vivere strutturato e felice – e proprio con leggerezza procede lo snodarsi della storia!- e si concretizza comunque con spirito lieve, pur nel succedersi di immagini orrifiche e manifestazioni crude dell’esistenza. E’ un mondo che si definisce nel contrasto. L’uomo agisce secondo causa ed effetto . L’ espressione del pensiero filosofico illuminista soccombe di fronte all’incapacità , propria dell’uomo, di prevedere le “cause” per gestirne gli “effetti”. Così Candido , il più garbato e delicato dei giovinetti , si ritrova , suo malgrado , a prendere tante “pedate nel culo” , sgarbatamente cacciato dal castello della Westfalia, che pure interpreta il migliore dei castelli possibili .
La scoperta . Se questo è davvero il migliore dei mondi possibili , allora varrà la pena esplorarlo , perquisirne il corpo e assaporarne la bellezza : una geografia fisica e politica dell’animo umano che si risolve in un effetto paesaggistico con la speranza e la magnificenza della terra di Eldorado , luogo di pace e bellezza , in un tutt’uno con l’ immagine concreta e carnale della bella Cunegonda A Eldorado, isola felice, si vive bene e tutto scorre verso il benessere e la vicinanza tra gli uomini , ma nel resto del mondo anche il corpo più innocente , anche Cunegonda , corre il pericolo di corrompersi sotto il peso incombente della bestia umana , col suo sesso e le sue ferite perpetuamente aperte.
Candido è opera sull’umano e sul terrore, ma non esito di un pensiero volto al negativo ; sarebbe come negare il carattere gioviale e acuto dello stesso Voltaire, indiscusso e abile interprete del suo tempo , del suo tempo artefice e altissimo pensatore.
tratto dal Candide di Voltaire
adattamento Gennaro Maresca e Fabio Casano
scene Rosario Squillace
luci Cesare Accetta
regia Gennaro Maresca