Una produzione Motus 2015
MDLSX è ordigno sonoro, inno lisergico e solitario alla libertà di divenire, al ‘gender blending’, all’essere “altro” dai confini del corpo, dal colore della pelle, dalla nazionalità imposta, dalla territorialità forzata, dall’appartenenza a una Patria. Di appartenenza aperta alle Molteplicità scriveva R. Braidotti in “On Becoming Europeans”, avanzando la proposta di una identità post-nazionalista. Ed è verso la fuoriuscita dalle categorie – tutte, anche artistiche – che MDLSX tende. È uno “scandaloso” viaggio teatrale di Silvia Calderoni che – dopo 10 anni con Motus – si avventura in questo esperimento dall’apparente formato del Dj set, per dare inizio a una esplorazione sui confini. In MDLSX collidono brandelli autobiografici ed evocazioni letterarie e sulla confusione tra fiction e realtà, oscillando da ‘Gender Trouble’ a ‘Undoing Gender’. Citiamo Judith Butler che, con “A cyborg Manifesto” di Donna Haraway, il “Manifesto Contra-sexual” di Paul B. Preciado e altri cut-up dal caleidoscopico universo dei Manifesti ‘Queer’, tesse il background di questa Performance-Mostro. «Il cambiamento necessario è talmente profondo che si dice sia impossibile, talmente profondo che si dice sia inimmaginabile. Ma l’impossibile arriverà e l’inimmaginabile è inevitabile» – Paul B. Preciado.
regia Enrico Casagrande, Daniela Nicolò
drammaturgia Daniela Nicolò, Silvia Calderoni
con Silvia Calderoni
suoni Enrico Casagrande
in collaborazione con Damiano Bagliluci, Paolo Panella
video Alessio Spirli