Singspiel in due atti K620 su libretto di Emanuel Schikaneder
Prima rappresentazione: Vienna, Theater auf der Wieden, 30 settembre 1791
Direttore | Asher Fisch / Maurizio Agostini (2 e 3 aprile)
Regia | Roberto Andò
Scene | Giovanni Carluccio
Costumi | Nanà Cecchi
Interpreti
Sarastro | Goran Juric / Ramaz Chikviladze
Tamino | Antonio Poli / Mert Süngü
Pamina | Mariangela Sicilia / Valentina Mastrangelo
Astrifiammante Regina della Notte | Daniela Cappiello / Tetiana Zhuravel
Papageno | Roberto De Candia / Vincenzo Nizzardo
Papagena | Lara Lagni
Monostatos | Cristiano Olivieri
Prima dama | Emanuela Torresi
Seconda dama | Laura Cherici
Terza dama | Adriana Di Paola
Armigero / Sacerdote | Marco Miglietta
Orchestra e Coro del Teatro di San Carlo
Produzione del Teatro Regio di Torino
Schikaneder, confratello in massoneria di Mozart, aveva da poco riaperto il teatro Auf der Wieden dove si rappresentavano soprattutto Singspiele, ovvero azioni non interamente musicali ma comprensive di parti parlate e di canto. Nella mani di Mozart il libretto (a dire il vero piuttosto convenzionale, con alternanza di scene buffonesche e drammatiche) prese nuova vita trasformandosi in un fiabesco rito di iniziazione nel quale le vicende dei protagonisti assumono un significato inatteso. Tutti gli accadimenti scenici e musicali che si svolgono nell’opera seguono una dinamica prettamente teatrale, sganciata però da una logica drammatica stringente ed unitaria. Composto nei ritagli di tempo della stesura della Clemenza di Tito, Il flauto magico fu da subito riconosciuto come un capolavoro assoluto; Salieri, il principale antagonista di Mozart, la definì un’opera degna di essere rappresentata nelle maggiori solennità e Goethe la riteneva la sola musica che avrebbe potuto rivestire di note il suo Faust. L’opera accoglie in sé tutti i più importanti elementi stilistici e razionali della musica operistica settecentesca, fusi in un’unità drammatico-musicale carica di significati simbolici e che servirà da modello all’opera romantica tedesca.