Clarissa Hill, è la giovane e affascinante consorte del proprietario del Minton’s Play House. E’una donna bella e dotata di una fervidissima fantasia: Clarissa ha una sorella, reduce dal un passato burrascoso, tre amiche travolgenti, una cameriera efficiente quanto imprevedibile e un sogno: trasformare il Minton’s Play House nel locale più importante di Harlem. Una notte del 1941, la notte di Natale, la notte in cui tutti i desideri possono avverarsi, anche quello di trasformare un night di second’ordine nel tempio del jazz, Clarissa inciampa in un cadavere molto, molto ingombrante…
Prendi un classico del giallo, un’autrice di razza come la Christie e uno humour molto anglosassone aggiungi un locale notturno di Harlem, sette irresistibili dark lady, una jazz band… e lo spettacolo può cominciare. Riadattare un testo della Christie non è mai facile c’è una sorta di timore riverenziale, il timore di inceppare i meccanismi perfetti che sostengono le sue trame. Eppure la signora del delitto ha sempre invitato i registi ad osare, a smontare e rimontare i suoi intrecci perfetti. Con l’ideale benedizione di dame Aghata nasce A Mezzanotte circa. Con un adattamento e una scrittura scenica che osa. Osa davvero tanto: atmosfere di chandleriana memoria, personaggi tratteggiati con i colori dei cartoon, musica jazz live, slang americano e un trionfo di femminilità. Sette donne a ricoprire ruoli che la Christie aveva declinato al maschile, sette attrici per ribadire, se mai ce ne fosse bisogno, che il nero dona alle signore. Molto più del rosa