CENTRO STORICO, RACCOLTO DI PERIFERIA


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In uno dei tanti isolati di periferia del mondo dove un certo tipo di solidarietà si oppone alle tante difficoltà che il quotidiano muove, Mimì, detto il Leone, cittadino, memoria storica, esempio di instancabile generosità per gli abitanti del quartiere, viene arrestato.
L’ episodio inaspettato determinerà spaesamento prima e lo sconvolgimento poi dei già fragili equilibri di convivenza che supportavano la comunità.
La detenzione prolungata in carcere di Mimì produrrà la disarticolazione di quelle complicità che poco prima avevano caratterizzato la vita dei protagonisti, la scena, il susseguirsi dei giorni e delle notti.
Le forze di sicurezza impegnate nella complessa funzione della gestione dell’ ordine pubblico, che è ormai evidentemente destabilizzato, sono in affanno, quel pezzo di città è ora fuori controllo. La Polizia che protegge il quartiere è in difficoltà e si vedrà costretta a fare uso, in questa particolare occasione, di uno strumento assente tra le ordinarie pratiche del suo delicato ufficio; un dispositivo assente tra le innumerevoli leggi, fuori da ogni possibile interpretazione delle stesse e che neanche la tecnologia per quanto avanzata può offrire: la creatività.
Il racconto che si vuole celebrare con lo spettatore desidera illuminare e restituire centralità alle sofisticate abilità di ogni popolo civile e di ogni comunità solidale quando inventa soluzioni spontanee e ingegnose, spesso anche semplicemente intuitive ma sempre determinanti per trasformare l’esistenza da tempo della sopravvivenza in vita sorprendente e senza tempo.
La complessità della Vita diventa così:
occasione e pre-testo per riconsiderare il significato produttivo della “condivisione” e il suo intrinseco inspiegabile Mistero il luogo privilegiato in cui abita la più commuovente delle poesie, l’ amore, inesauribile forza di ogni felice creazione di senso per il benessere di tutti ed in modo particolare dell’altro.

Note
La nuova drammaturgia della Compagnia Teatri di Popolo racconta quanto sia spesso la “periferia” a disegnare il “centro” della felicità.
Chi, oggi, vive nei luoghi dell’ emarginazione, in “periferia” appunto, appare capace di tutelare e di attingere con maggior cura dal mitico “buon senso” della millenaria saggezza propria della cultura popolare.
È scontato quanto evidente infatti che chi abiti i luoghi del disagio o della povertà,  dove la pretesa del superfluo viene superata dall’autenticità del necessario e dal godimento dell’essenziale, sia, oggi, Maestro di forza, di determinazione, di “sorriso” ed esempio di coraggio per l’intera comunità, soprattutto per chi è sostanzialmente più fortunato, risultando così paradossalmente, riferimento, lezione di rinascita di valori fondamentali quali la Solidarietà e la Condivisione.
Solidarietà e Condivisione sono infatti sequenze di gesti, pratiche quotidiane, andamenti impegnativi, più che “belle parole”, azioni determinanti per l’avanzamento effettivo dell’intera comunità.
Questa ideazione scenica coinvolge lo spettatore con l’intento primario di sottolineare inoltre la rilevanza di quella competenza indispensabile per il buon funzionamento delle nostre istituzioni: l’intelligenza creativa.
Le Istituzioni, sono state inventate dall’ uomo con la finalità di guidare i cittadini, delineare scelte collettive, “raccogliere”  ipotesi costruttive, tracciare visioni, guidare percorsi comuni, ma sono, a ben guardare, esse stesse la carne del cittadino o forse
l’ Opera più bella ove si rappresenta la pulsione alla vitale, quanto mai oggi urgente, quotidiana creazione di Gioia, sostanza concreta di ogni forma di Condivisione, e di Pace, risultato vincente delle comunità capaci di promuovere la “Cultura” e la difesa ad oltranza della “Socialità“. 

 

“… la saggezza delle comunità civili e le quotidiane Creazioni di equilibrio”

ideazione scenica e regia Marco Dell’Acqua
musiche System of Survival, Pietro De Lisi, Alex Carpentieri
assistente alla regia Adriano Ruggiero e Giovanni Ferraro
costumi Marinella Carfora
drammaturgiascenografia e disegno luci Teatri di Popolo
con Teresa Pepe, Ciro Mollo, Annamaria Avagliano, Antonio Baldi, Antonietta Cavaliere, Enzo Peluso, Salvatore Criscuolo, Mario Rotolo, Paolo Esposito, Giacomo D’Agostino, Anna Donnarumma, Federico Bucciarelli

Maggio 4th, 2019 by