DUX IN SCATOLA


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Evento finito il 11 Novembre 2017


One man show in piena regola quello di Daniele Timpano e il suo Dux in scatola. Inizialmente immobile per alcuni minuti, con la mano sinistra in tasca e quella destra in bella vista, esplode, muovendo quattro lunghi passi in avanti, in un roboante monologo che per tutta la durata della pièce mai perderà di retorica. Inizia in questo modo una storia piccina, ma dentro una storia più grande: la storia di Benito Mussolini. Per tutto il tempo il Duce è lì e benché morto, ci tiene a dire la sua; la sua su come il suo corpo morto sia stato maltrattato negli undici anni che lo hanno portato dall’essere sotterrato in un baule, in una fossa anonima di un cimitero di Milano fino alla reale e definitiva sepoltura a San Cassiano di Predappio. E per meglio raccontarla questa storia, Mussolini si fa aiutare da quella mano destra, l’unica che ha il diritto di raccontare, di scrivere nell’aria date e nomi, di disegnare simboli e di salutare questo e quello. La mano sinistra, di quando in quando, salta fuori ribelle da quella tasca dove vive stipata, ma viene subito rimessa in riga e ritorna mesta al suo posto. Mussolini oggetto: Mussolini unico essere pensante anche da morto in un furgone zeppo di cadaveri dormienti. Cosa pensa Mussolini? Di sicuro, in una sorta di “Livella” ante litteram, può solo ammettere di essere “un corpo rotto come gli altri”. Ma dura poco: l’orgoglio, per un attimo sopito, risale prepotente <<Del resto io sono privo di interiorità. Abbiate pazienza!>> E di nuovo volteggia quella mano destra e di nuovo segna nomi e date e di nuovo schiaffeggia la ribelle mancina e la ricaccia via. Nomi di letterati scriveranno di lui; nuovi adepti andranno a salvarlo da quell’anonimo sepolcro e cercheranno di rendergli giustizia. Ma non ci riusciranno fino in fondo. Anche loro si dovranno piegare a un subdolo patto politico e svenderanno quelle spoglie eccellenti per un posto al sole. Mussolini osserva tutto e tutto descrive in una sorta di lucida incoerenza. Ha fallito? Ha trionfato? Ha agito per il meglio o ha sbagliato tutto? In fondo, l’unica cosa importante è che ora riposa in un mausoleo a Predappio richiuso in quattro bauli, ironia della sorte, proprio come una matrioska russa. <<Venite, venite, venite a trovarmi!>> urla sul finale… e poi BUIO!

Il corpo – marionetta in scena si muove ossessivamente pur restando fermo accanto a quel baule; la mano volteggia sicura e imperiosa. E tutt’intorno nero; nera la scenografia, nero l’abito di scena, nere le scarpe. Unico vezzo: una cravatta rossa, ma trattandosi del Duce quel rosso rappresenta esclusivamente il fuoco e non altro. Quel fuoco che gli era arso dentro fin dall’infanzia infelice e che lo ha accompagnato all’esposizione su pubblica piazza, a testa in giù.

Marianna Addesso iNPlatea

 

 

autobiografia d’oltretomba di Mussolini Benito

drammaturgia, regia, interpretazione Daniele Timpano
collaborazione artistica Valentina Cannizzaro e Gabriele Linari

Settembre 4th, 2017 by