IL SACRIFICIO DI ÉVA IZSÀK


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Evento finito il 02 Dicembre 2017


Prologo: un uomo morto in scena. Flashback: voce di donna fuori campo, squillo di telefono, l’uomo torna in vita e inizia la narrazione che, si concluderà esattamente dove era iniziata. Imre Lakatos è uno stimato professore e filosofo di origine ungherese. Eva Lorre è una giovane giornalista che deve scrivere una monografia su di lui. Sono loro i protagonisti di questa pièce, tratta dal romanzo Il sacrificio di Eva Izsak di Januaria Piromallo e diretta da Alessandra Felli, che decide di ambientarla negli anni 70. All’inizio Eva dovrà faticare non poco per conquistare la fiducia del professore; attraverso numerose telefonate cercherà di avere un incontro con lui per colmare l’unica parte lacunosa della sua monografia: il periodo della militanza di Lakatos in Ungheria durante la Seconda Guerra Mondiale. In quel periodo, precisamente nell’estate del 1944, Lakatos, che ancora si chiamava Lipsitz, era a capo di un gruppo di giovani ebrei che a tutti i costi e con ogni mezzo cercava di ribellarsi a ciò che gli stava accadendo intorno. Una di queste adepte, Eva Izsak, di diciannove anni, morirà suicida quell’estate e di questa morte verrà accusato proprio il capogruppo che trascorrerà tre anni in un campo di lavoro. La Lorre vuole capire cosa ha portato Eva a ingerire quella fiala di cianuro; per lei è stato un atto del tutto insensato e più che di suicidio si è trattato di omicidio vero e proprio, con un unico colpevole: Imre Lakatos. Il tempo scorre e la pièce si sviluppa in un arco temporale che dura un anno, ma sempre nel medesimo spazio. L’unica cosa che scandisce il trascorrere dei mesi è la voce fuori campo di Eva Lorre che da casa sua telefona, a scadenza più o meno fissa, al professore. Nessun cambio di scenografia, dunque; il palcoscenico è diviso in due parti che rappresentano le case dei due protagonisti. Mentre la casa della giornalista ha colori chiari e ambienti aperti, in puro stile loft americano, il salotto/studio del professore resta costantemente in penombra e ha come unico arredamento un divano scuro e a prima vista scomodo e un tavolino. Persino nella scelta degli apparecchi telefonici si nota una sottile differenza: quello della Lorre è il classico telefono americano a tasti beige, mentre quello di Lakatos è un telefono nero a rotella, più “classicheggiante” e più da adulto. Due tipologie diverse per due individui diversi che, dopo un primo scontro, riusciranno a incontrarsi fisicamente e psicologicamente e a capire che, in fondo, non sono poi così diversi tra loro. Entrambi sono attanagliati da qualcosa; entrambi convivono da anni con un rimorso, un segreto, qualcosa che non li fa vivere bene. Sebbene ci saranno momenti di scambio anche ilari tra i due, l’obiettivo non verrà mai perso di vista: lui ha causato una morte, lei vuole scoprirne il perché. << Qual è stata la più grande menzogna della sua vita, professore? >> << Chi è lei veramente, Eva? >> Entrambi indagano, seppur in momenti diversi, su entrambi; se prima era Eva a voler colmare certe lacune sulla vita di Lakatos, alla fine anche lui si porrà degli interrogativi: chi è questa donna, una donna che porta lo stesso nome di quella giovane morta tanti anni prima e che cosa ha a che vedere con lui e con quell’episodio della sua vita, ormai passata? Finale: Lakatos è morto e Eva parla ad un registratore…

Sebbene strutturate come un cerchio perfetto, la pièce lascia dubbi e domande irrisolte. Andrea Renzi e Teresa Saponangelo hanno saputo rappresentare le caratteristiche dei personaggi interpretati, riempiendo la scena e dando vita a dialoghi più o meno serrati e con tempi perfetti. Grazie ai loro racconti sono riusciti a trasportare il pubblico in quegli anni e in quel bosco. Un piacere per l’orecchio ascoltarne la dizione. Menzione speciale all’interpretazione del topo fatta da Renzi: un topo <<Vecchio, astuto… che non si lascia prendere!>>

Marianna Addesso iNPlatea

 

dal romanzo di Januaria Piromallo
adattamento e regia Alessandra Felli
con Andrea Renzi, Teresa Saponangelo
scene e costumi Marta Crisolini Malatesta
musiche Francesco De Nigris
Ottobre 4th, 2017 by