Fragorosi e tintinnanti applausi al piccolo Bellini, per Ferdinando il capolavoro, strapremiato di Annibale Ruccello… e per una volta sono proprio d’accordo con il pubblico. Il bellissimo testo non poteva incontrare migliori interpreti. Tutti ma proprio tutti hanno applaudito fino ad arrossirsi le mani, perché tutti intendevano rendere un convinto tributo agli attori, per la qualità del lavoro visto, per la bellezza delle interpretazioni, nitide e trasparenti. I personaggi interpretati tutti con energia e trasposizione, la coralità di un eccelso lavoro di squadra, una sola sbavatura! Una volta un famoso critico teatrale mi disse che a distanza di anni quello che ancora lo portava a teatro era il desiderio di emozionarsi, e che se uno spettacolo fosse riuscito ad emozionarlo allora aveva assolto alla sua funzione. Bene questo spettacolo emoziona, diverte, senza ombra di dubbio stimola la libido. Le emozioni vivibili sono ben tre, a voi la scoperta. Il mix comico erotico di ilare sensualità e spruzzi di scene porno-erotiche si rivela un miscela vincente, convincente e accattivante. Il mio consiglio personale comprate il biglietto, questa offerta del piccolo Bellini é sicuramente una bella proposta per lo spettatore. Una bella scenografia ospita 4 attori che abbiamo detto pimpanti, caratterizzati e padroni di scena e personaggio, un gran bel lavoro il cui miglior punto di forza pare la coralità.
Donna Clotilde nel primo atto e parte della scena e del letto che la occupa dove trascorre le sue giornate di malata, arcigna, vecchia nobildonna abbandonata a se stessa disamorata della vita, che trova il suo unico sfogo nella tortura psicologico-emotiva cui sottopone la sua serva e cugina e badante nonché il povero e irrisolto parroco della comunità. Un parroco dedito al peccato per il gusto di peccare! Ma l’arrivo del giovane Ferdinando,che si presume essere affine della donna ma si rivelerà solo un abile ladro, rivoluziona umori e odori della casa.
Ferdinando con l’obiettivo di rubare il rubabile si godrà la carnale compagnia di tutti i frequentatori della casa, finta zia inclusa. Tra battute e sbalzi di umore di umore, forti caratterizzazioni di tutti i personaggi trascorre inesorabilmente la commedia in tre atti volgendo al termine, quasi dispiace che sia finita.