FOLK CELLO


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Giovedì 5 marzo 2020 alle ore 20.30 al Teatro Sannazaro per la Stagione Concertistica della Associazione Alessandro Scarlatti  il violoncellista Giovanni Sollimatorna sui palcoscenici napoletani con il suo recital Folk CelloUna performance che fa il giro del mondo attraverso le più disparate e diverse tradizioni etnomusicali: dall’Armenia al Trentino, dalla Sicilia all’Australia al Salento, Sollima ripensa con il proprio violoncello melodie normalmente tenute lontane dalle sale da concerto, e  le mette in relazione con la più iconica delle Suites di Bach.

«Mi sono ritrovato –racconta Sollima – a tentare di rileggere il solco che il canto popolare ha scavato nella musica “colta”. In passato era successo con “I Canti” commissione ’98 del Ravenna Festival e con “Folktales” per violoncello e orchestra, commissione 2008 di Ivan Fisher e la Budapest Festival Orchestra. Questa volta ho pensato di attingere dalle radici, quasi senza filtri; ho pensato a un racconto al centro del quale danza la prima suite bachiana,  ma anche alle Ciaccone, ai sublimi e laceranti canti armeni, a un sud del mondo – che si somiglia, inclusa l’Australia con un antichissimo canto onirico che ho imparato direttamente dagli autoctoni – e che, quasi per esigenza drammaturgica, si alterna a canti di provenienza islandese o trentina, o norvegese. Non mancherà, sia per la musica antica che per il resto un’approccio improvvisativo nel senso più ampio, dalla pratica della “diminutio” fino ad arrivare agli estremi, quasi invasati, di radice “Balkan”.»

 Giovanni Sollima, oltre a essere un vero virtuoso del violoncello è anche un compositore fuori dal comune, che grazie all’empatia che instaura con lo strumento ha costruito un linguaggio personale che mescola con efficacia tutte le epoche, dal barocco al “metal. Insieme al compositore-violoncellista Enrico Melozzi, ha dato vita al progetto dei 100 violoncelli, con cui costantemente realizza perfomance in luoghi abitualmente non frequentati dalla musica classica come il Concerto del Primo Maggio a Piazza San Giovanni a Roma. È il compositore italiano più eseguito nel mondo.

 

Programma

Folk Cello

Trad. armeno/Soghomon Gevorki Soghomonyan (Padre Komitas) (1869 – 1935)

Krunck*

Giulio de Ruvo (sec XVII)

Romanella, Ciaccona, Tarantella per violoncello senza basso

Trad. albanese

Arbëreshë di Sicilia, Moje Bukura More *

Trad. Trentino

Monsiuzam *

Johann Sebastian Bach (1685 – 1750)

Suite n. 1 in sol maggiore BWV 1007

Giovanni Sollima ( 1962)

Jook-urr-pa

Trad. Salento

Santu Paulu

Francesco Corbetta (1615 – 1681)

Caprice de Chaconne*

Giovanni Sollima

Fandango (after Boccherini)

Ignacio Cervantes (1847 – 1905)

 Illusiones perdidas *

Giovanni Sollima

Natural Songbook  n. 1,2,4,5,6

* arrangiamento Giovanni  Sollima

 

Giovanni Sollima

È un violoncellista di fama internazionale e il compositore italiano più eseguito nel mondo. Collabora in ambito classico con artisti del calibro di Riccardo Muti, Yo-Yo Ma, Antonio Pappano, Gidon Kremer, Ivan Fischer, Daniele Gatti, Viktoria Mullova, Ruggero Raimondi, Mario Brunello, Kathryn Stott, Yuri Bashmet, Katia e Marielle Labeque, Giovanni Antonini, Ottavio Dantone e con orchestre rinomate tra cui Orchestra del Teatro alla Scala, Orchestra Nazionale di Santa Cecilia, Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI, Chicago Symphony Orchestra, Manchester Camerata, Liverpool Philharmonic (di cui è stato Artist in residence nel 2015), Royal Concertgebouw Orchestra di Amsterdam, Moscow Soloists, Moscow City Symphony Orchestra, Konzerthausorchester di Berlino, Australian Chamber Orchestra, Il Giardino Armonico, I Turchini, Accademia Bizantina, Holland Baroque Society, Budapest Festival Orchestra. Costituisce un sodalizio consolidato quello con il pianista Giuseppe Andaloro.

Giovanni Sollima, artista poliedrico, ha collaborato in altri ambiti anche con artisti quali Patti Smith, Stefano Bollani, Paolo Fresu, Larry Coryell, Elisa, Michele Serra e Antonio Albanese. Per il cinema, il teatro, la televisione e la danza ha scritto e interpretato musica per Peter Greenaway, John Turturro, Bob Wilson, Carlos Saura, Marco Tullio Giordana, Alessandro Baricco, Peter Stein, Lasse Gjertsen, Anatolij Vasiliev, Karole Armitage, e Carolyn Carlson.

Si è esibito in alcune delle più importanti sale in tutto il mondo, tra cui la Alice Tully Hall, la Knitting Factory, la Carnegie Hall (New York), la Wigmore Hall, la Queen Elizabeth Hall (Londra), la Salle Gaveau (Parigi), il Teatro alla Scala (Milano), il Ravenna Festival, l’Opera House (Sidney), la Suntory Hall (Tokyo).

Dal 2010 Sollima insegna presso l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, dove è stato insignito del titolo di Accademico.

Nel 2012 ha fondato, assieme a Enrico Melozzi, i 100 Cellos, che ha guidato in innumerevoli eventi in Italia e all’estero.

Nel 2015 ha creato a Milano il “logo sonoro” di Expo e inaugurato il nuovo spazio museale della Pietà Rondanini di Michelangelo.

Parallelamente all’attività violoncellistica, la sua curiosità lo spinge ad esplorare nuove frontiere nel campo della composizione attraverso contaminazioni fra generi diversi avvalendosi anche dell’utilizzo di strumenti antichi, orientali, elettrici e di sua invenzione.

Ha suonato nel Deserto del Sahara e sott’acqua, si è cimentato in Val Senales con un violoncello di ghiaccio a 3.200 metri in un teatro-igloo e, nel 2018, ha portato l’Ice-Cello in tour in tutta Italia, un’esperienza che diverrà un docufilm distribuito in tutto il mondo sotto l’egida del Muse-Museo delle Scienze di Trento.

La sua discografia si è aperta nel 1998 con un CD commissionato da Philip Glass per la propria etichetta Point Music al quale sono seguiti undici album per Sony, Egea e Decca.

Ha riportato alla luce un violoncellista/compositore del ‘700, Giovanni Battista Costanzi, di cui ha inciso nel corso degli ultimi due anni le Sonate e Sinfonie per violoncello e basso continuo per l’etichetta spagnola Glossa.

Nell’ottobre 2018, alla Cello Biennale di Amsterdam, ha ricevuto il prestigiosissimo riconoscimento Anner Bijlsma Award.

Giovanni Sollima suona un violoncello Francesco Ruggeri (Cremona, 1679)

Marzo 2nd, 2020 by