ICARO VIVO


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  • Data:
  • Luogo: sala ichos

In scena alla sala ichos, a Ponticelli, uno spazio per il teatro intriso di passione, lo spettacolo Icaro vivo, un progetto di Vincenzo Maria lettica, ispirato al mito, terzo episodio del movimento “Il sole ingannatore”.

Una forma di teatro inusuale,  visiva, irrituale quanto ficcante, quasi del tutto assenti i dialoghi, ma allo spettatore attento, non sfuggirá il filo conduttore che presenta l’assunto logico/ideologico proposto.

Lo spettacolo é ispirato dal mito di Icaro, e con il mito, utilizzato come parafrasi della realtà, si mettono sotto la lente aspetti sociali che fungono da principio della discriminazione di classe che si vuole, come in effetti si fa, scimmiottare.

Il testo di Lettica, che ha curato anche la regia dello spettacolo é stato contaminato dalle letture di Steinbeck, dagli scritti di Ovidio, dalle considerazioni di Dario Fo e dalle testimonianze raccolte da Ai Weiwei; con le musiche di Shaone, Balestrieri, Morricone, Richter, Nouvelle Vague, Placebo, Rettore, Bach, Ricciardi, Bowie, Despalt, Albironi, Caparezza e Hunger; i testi di Fo, Lettica, Coelho, Brecht, Basile, Steinbeck, Ovidio e del Corano; le parole di Vitas Gerulaitis, delle miss peruviane e di Bernardo Bertolucci.

La performance di teatro visivo, priva di dialoghi, sorretta da qualche monologo, che sparuto sentiamo qua e là è aperta da due animali umami di sesso opposto, che rievocano il principio dell’interazione tra simili appartenenti alla stessa specie. Si perché è evidente che la nostra specie, ha regole scritte e non scritte, tramandate di generazioni in generazioni un po come tutte le altre specie, certo forse i sistemi che utilizziamo per tramandarle sono evoluti, ma la sostanza non cambia. Perciò canoni di bellezza e sociali, etichetta, tutto pare essere predisposto sin dalla nostra nascita. Con la narrazione del mito di Icaro Lettica pone sotto la lente un aspetto sociologico, che appartiene al vecchio continente, ma sopratutto al nostro paese, qui è consentito volare fintanto che ti è consentito, finché si vola nello spazio aereo assegnato…

Lo spettacolo è  uno spunto di riflessione, una voce fuori dal coro, quel gregge cui volenti o nolenti, quasi tutti appartengono dovrà interrogarsi, non potrà  questa volta fingere di non capire. Una voce fuori dal coro evocata dallo stesso autore che in scena per un minuto, o poco più, ripete dolorante “voglio volare, volare voglio volare”, un mantra, un urlo di liberazione, un auspicio, questo non possiamo saperlo ogni spettatore potrà interpretare come gli pare.

Due donne sono messe a confronto, rispecchiano la bellezza, quella canonica, quella negli schemi, che tutti siamo abituati ad apprezzare, e che si avrà modo di apprezzare nel nudo integrale dell’ interprete Carmen Annibale e la fragilità quella diurna donna che fisicamente è diversa dallo stereotipo di bellezza precostituito, e perciò flebile e insicura.

Il teatro dei segni di origine orientale incastrato nel racconto musicale e influenzato nel contenuto dalle drammaturgie contemporanee. Una ricerca sulla bioritmica naturale nel tentativo d’innovarne le forme espressive: il video, la danza, il canto e la parola come strumenti gestuali significanti di passione, emozione, delirio e consapevolezza. La musica e la canzone come testo narrativo nell’esplicazione delle immagini in scena. caro: ingenuo e temerario volante, come Chisciotte: illuso e maldestro guerriero, come Fracassa: nobile e disgraziato guitto; come Achab: perduto e disperato capitano; anche il teatrante attratto dalla luce del sole, s’invola verso di esso confuso dalla politica, verso il sole ingannatore che ne scioglierà le ali facendolo precipitare nella verità. Sceglie Icaro di volare, restare in alto, raggiungere il sole magari, senza scendere sulla terra che vede sempre più insulsa; imbrogliata da politici mestieranti; inquinata da sconsiderati mafiosi; ingannata dalle parole che giungono dai pulpiti mediatici dei falsi maestri; rimbombata da canzoni ipocrite, dilaniata da fanatici religiosi e raccontata da scritti opportunistici.

Icaro vivo nasce da un dolore e come spesso accade nell’arte teatrale, il percorso artistico accompagna l’elaborazione del disagio nella catarsi in termini di purificazione. Un viaggio di verità
alla ricerca della bellezza. Un lavoro sull’inganno perpetuato ai danni dell’uomo dalle mafie, dal potere, dall’ingiustizia, dal disamore, dall’ipocrisia della fede e dalla cattiva politica.

 

in scena Carmen Annibale, Marco Di Prima, Viola Forestiero
e Vincenzo Maria Lettica
regia audio e assistente alla regia Mirella Soprano
assistente creativa e maschere Ilaria Orsini
report foto e video Nina Borrelli
luci Ciro Lettica
collaborazione artistica e disegni Anna Annibale
creazione e regia Vincenzo Maria Lettica

Maggio 17th, 2018 by