IL MAESTRO PIU’ ALTO DEL MONDO


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Evento finito il 02 Novembre 2019


Una produzione Teatro TRAM Napoli e Compagnia Teatro dell’Osso

 

Franco Mastrogiovanni è un insegnante elementare di 58 anni. Secondo i suoi piccoli alunni, è l’insegnante più alto del mondo: i suoi centonovantatre centimetri lo fanno sembrare un gigante ai loro occhi. Ma Franco Mastrogiovanni è anche un anarchico: uno che negli anni Settanta – si dice – se ne andava in giro a Salerno a picchiare i fascisti, uno che è anche finito in galera per quelle brutte storie. Ma Franco Mastrogiovanni è soprattutto un matto, uno pericoloso, uno che è già stato ricoverato in manicomio. Eppure, per tutti quelli che lo conoscono, Franco Mastrogiovanni è un uomo tranquillo e affettuoso. Il 4 agosto 2009, Mastrogiovanni muore nel reparto psichiatrico dell’ospedale di Vallo della Lucania: 87 ore prima era stato ricoverato a seguito di un Trattamento Sanitario Obbligatorio, 87 ore dopo è morto con le mani e i piedi legati al letto. Lo hanno ricoverato perché ha guidato la sua auto oltre i limiti di velocità, perché non ha voluto fermarsi all’alt dei vigili, perché se ne è scappato in mezzo al mare e non ha voluto più uscirne. Lo hanno ricoverato perché, quando finalmente ha deciso di tornare a riva, si è messo a cantare “Addio Lugano bella”. Il sindaco firma l’autorizzazione al ricovero, i vigili urbani lo portano all’ospedale, gli infermieri lo addormentano. Passano le ore: Mastrogiovanni si sveglia e si ritrova nudo e legato al letto. Passano le ore: Mastrogiovanni chiede aiuto, scalcia, sanguina, ma gli infermieri non lo slegano neanche per farlo mangiare. Intorno a lui la vita continua come se nulla fosse: gli infermieri gli cambiano le lenzuola, puliscono il sangue sul pavimento, ma Mastrogiovanni resta legato al letto, senza mangiare né bere. Quando sua nipote chiede di poter vedere lo zio Franco, non la fanno entrare: le dicono che lo zio Franco sta bene, ma non è vero. Lo zio Franco sta morendo.
«Lo spettacolo — spiega l’autore e regista Mirko Di Martino — è un monologo di teatro civile che ripercorre una storia vera, tragica e oscura. Oggi, dieci anni dopo, i medici e gli infermieri responsabili della morte di Mastrogiovanni sono stati processati e condannati, ma restano ancora aperti tanti interrogativi. Il caso Mastrogiovanni, infatti, non è un caso isolato: il TSO è un provvedimento largamente utilizzato nel sistema sanitario italiano, nonostante sia molto contestato. A chi spetta decidere sul ricovero ospedaliero? Si può obbligare qualcuno a ricevere cure mediche che non vuole? Lo spettacolo indaga il complesso rapporto tra cura e detenzione, tra salute e follia, tra diritto e dovere. Oggi che il malato di mente è diventato un peso per la comunità, una minaccia all’ordine sociale, il TSO è diventato la strada più sbrigativa per liquidare in fretta un problema. Anche a rischio che qualcuno ci lasci la pelle. Qualcuno come “il maestro più alto del mondo”».

 

con Orazio Cerino
testo e regia Mirko Di Martino
scene di Gilda Cerullo e Renato Lori
aiuto regia Angela Rosa D’Auria
ufficio stampa Chiara Di Martino

Settembre 30th, 2019 by