IL PADIGLIONE DELLE PEONIE


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Nell’ambito della rassegna “Autunno danza”, giunta all’ottava edizione, arriva al San Carlo il teatro dell’Opera Kun (anche detto Kunqu). Con i suoi oltre 400 anni di tradizione, questo tipo di teatro coniuga liricità e movimenti leggiadri; il tutto viene reso ancora più suggestivo grazie all’accompagnamento musicale eseguito da cinque strumenti: il flauto di bambù, l’organo a fiato di bambù, il liuto a tre corde e il pipa (il liuto cinese). Per queste sue caratteristiche, molto bene amalgamate tra loro, il teatro Kunqu è già da tempo patrimonio dell’Unesco.

A mettere in scena quattro frammenti, estratti da diverse opere, la Compagnia del Jiangsu. Vengono rappresentati: “Il poema rubato” tratto da Il fermaglio di Giada, “Scrivere Poesie” tratto da Una pozione per curare la gelosia, “Stivali in prestito” e “Camminando in giardino” e “Il sogno” tratti da Il padiglione delle peonie. Veri e propri quadri, tutti terminanti con gli attori che lasciano lentamente la scena alla fine di ogni pièce, le brevi rappresentazioni contano esclusivamente sulla mimica corporale, sulla voce squillante tipica del teatro cinese, che allunga in modo a volte anche esasperante per un orecchio non abituato alcune delle vocali delle parole cantate e pronunciate e sui costumi. La scenografia è quasi inesistente e consta solo di un tavolo/scrivania e di una sedia di volta in volta collocate in modo leggermente diverso a significare la diversa stanza in cui ci si trova in quel momento. Tranne per “Stivali in prestito”, unico frammento non classico, ma di genere popolare (Shiju), nelle altre scene si rappresenta la caducità della vita e la spasmodica ricerca della felicità, spesso associata alla ricerca di un amore che può arricchire e completare una vita. Leitmotiv la primavera, cercata, raccontata e di cui si riescono a percepire profumi e colori. La lentezza delle rappresentazioni, che poi lente non sono affatto, semplicemente hanno tempi diversi da quelli occidentali, ha purtroppo prodotto un mini esodo dal teatro non inficiando, però, in alcun modo, la buona riuscita della serata. Un po’ di variazione sul tema ha prodotto solo l’opera Shiju, quella cosiddetta popolare, in cui due amici si incontrano e litigano a causa di un paio di stivali chiesti in prestito dall’uno e ceduti non senza sforzo dall’altro. I due attori si sono cimentati in una danza molto divertente, a scatti, che ha ben reso l’idea di divertente baruffa. In due ore di spettacolo si è cercato di sintetizzare un’opera che in originale dura più di sei ore, così racconta una spettatrice che era alla sua quinta esperienza e ne era sempre molto entusiasta.

Indubbiamente lontano dalla nostra tradizione, il teatro cinese ha comunque una sua storia e una sua radicata tradizione; se ci si lascia trasportare dalle note (cantate e musicate) si riesce ad entrare in toto in quell’atmosfera, a tratti onirica, e i sensi apparentemente ottenebrati si risveglieranno all’istante.

Marianna Addesso iNPlatea

con Compagnia dell’opera Kunqu del Jiangsu
capo compagnia Li Hongliang
attori Kong Aiping, Qian Zhenrong, Gong Yinlei, Xu Yunxiu, Ji Shaoqing, Cong Haiyan, Yuan Wei
musicisti Wang Jiannong, Pan Zhongqi, Lu Jianqing, Qiang Yanhua, Liu Jia
coreografie Jiang Shuhong, Hong Liang
amministratore Zhuang Peicheng

 

 

Settembre 2nd, 2017 by