IO SONO… ALFIE


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Una produzione Gli Alberi di Canto Teatro

 

“You’re innocent when you dream!” un uomo ci accoglie così, cantando, in casa sua. Vestito in doppiopetto gessato, ci accoglie in un classico monolocale newyorkese “da scapolo”, con tanto di specchio dietro al letto e skyline di New York sul muro. L’uomo si presenta: è Bill Naughton, scrittore irlandese. Ma ecco che, di colpo, non si è più al cospetto di Bill, ma di Alfie, il protagonista del suo nuovo romanzo. Alfie è nella testa di Bill e Bill è in quella di Alfie e sarà così per tutto il tempo. D’altronde in ogni uomo c’è un po’ di Alfie: c’era nel 1966, anno in cui il romanzo è stato scritto e c’è anche oggi; certe cose non cambiano mai… “ci siamo capiti?”

Alfie è uno sciupafemmine impunito, uno che preferisce la donna in sottoveste piuttosto che completamente nuda nel letto; uno che preferisce le donne sposate (purché non debba mai conoscerne il marito: se non lo conosce non ci pensa, in caso contrario potrebbe appurare che questi è un brav’uomo); uno che ama la vita, che vuole vedere tutti felici e che, in questo preciso momento storico, ha tre donne in ballottaggio: una magra, una grassa e una “di mezzo”. Se la spassa Alfie e ne ha ben donde: ha la grana, ha le donne e ha la salute… o, almeno, così pensa. Lo hanno chiamato in ospedale per fare degli esami più approfonditi e questo lo ha impaurito molto. E se avesse un tumore? Che te ne fai della grana se non hai la salute? No, il dolore no! Tutto, ma non il dolore, quello che ti entra nelle viscere, quello che non puoi controllare. Il dolore è l’unica cosa che spaventa Alfie. Ma Bill, che continua a parlargli nella testa, lo rassicura: non soffrirà e non morirà a meno che non lo decida lui. Passata la paura (non si tratta di tumore, ma di “semplice” TBC) Alfie torna ad essere sprezzante, odiosamente tronfio, ma è solo apparenza. Come si fa ad odiare un uomo che, tutto sommato, quando sei nel suo letto, ti fa sentire unica e amata? Fa persino i complimenti alle sue donne; fondamentale è farle sentire sempre bene e farle ridere, tanto.

Una sola è la sua regola:

<<Cerca di non farlo mai… di sentirti in colpa!>>

E ci riesce benissimo a non sentirsi in colpa. Non si sente in colpa quando “cede” una delle sue donne in sposa a un altro e non si sente affatto in colpa quando ne rimpiazza una con un’altra.

<<Quando una donna sposata si scalda troppo è il momento di battere in ritirata>>.

<<Ho sempre pensato che una donna felice è una a cui procuri del lavoro da fare (nella fattispecie trattasi di lavori domestici), facendo attenzione che lo faccia>>.

Ne sa una più del diavolo, Alfie. Eppure, nonostante tutto, emerge quell’insicurezza di fondo che più che farcelo odiare lo rende anche simpatico. Può riempirsi la bocca di belle parole, di sorrisi beffardi e può spogliare una donna con il solo sguardo, ma in un paio di occasioni lo vedremo piangere e riflettere… Rifletterà su quanto egli sia in perpetua ricerca di amore e su quanto sia affamato il suo cuore.

… Ma è solo un momento… “ci siamo capiti?”

Marianna Addesso iN Platea

 

dal romanzo di Bill Naughton
con Maurizio Murano
musiche di Gershwin, Berlin, Mancini, Waits
costumi Marianna Carbone
disegno luci Guido Levi
adattamento e regia Mariano Bauduin

Febbraio 24th, 2017 by