JAMAIS VU


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Evento finito il 05 Maggio 2018


Una produzione Collettivo Lunazione in coproduzione con Fondazione Campania dei Festival

 

Jamais vu ovvero il “mai visto”. Quattro persone, rinchiuse in un posto che non riconoscono e che sembrano non riconoscersi tra loro. A sprazzi, però, qualcosa ritorna alla mente e pian piano la vicenda viene ricostruita: l’uno riconosce l’altro, ma ignora il terzo e così via fino ad arrivare a ricomporre questo pazzo, pazzo puzzle. A far chiarezza sulla vicenda è Future, quinto elemento della banda che rivela agli altri quattro, con perfetto piglio da deus ex machina, chi sono e che cosa li ha portati fin lì. Hanno rapinato una banca, probabilmente sono ricercati e per colpa di un assurdo incidente col gas nervino hanno perso la memoria, o almeno alcuni frammenti di essa. Il “mai visto”, dapprima colpevole di averli resi così vulnerabili, si rivelerà ben presto il loro unico alleato, perché: “Ricordare è importante, ma dimenticare lo è di più. Solo così si può continuare a vivere”. Un imprenditore sull’orlo del fallimento, una coppia di disoccupati che ha appena perso un figlio e una ricercatrice universitaria, queste le “origini” dei componenti di una banda improvvisata che un bel giorno ha deciso di compiere un atto estremo di ribellione per riscattarsi da una società che, in un modo o nell’altro, li ha messi da parte. Ognuno di loro ha un punto debole e Future, da bravo reclutatore (è lui che li ha scelti e li ha “arruolati” per compiere il colpo della vita) sa sempre come colpire nel segno, creando attriti e provocando reazioni anche forti. “Dove sono i soldi?” Nessuno lo ricorda; ma è davvero così forte questa amnesia, o c’è ben altro dietro? Amnesia come fuga eterna, come comodo giaciglio per sentirsi riparati da ciò che può far male. Nonostante le premesse possano sembrare drammatiche, lo spettacolo volge al comico grazie anche alla goffaggine di Bond e ai piccati botta e risposta tipici di una coppia sposata da anni. Soltanto la  ricercatrice sembra non scendere mai dal piedistallo e resta sospesa tre metri spora tutti, anche se è palese che è lei quella che forse ha perso più di tutti. La morte di un figlio o il gesto estremo di vendere parti del proprio corpo per tentare di risanare il bilancio certamente non possono essere paragonati al sorpasso in un concorso ad opera della solita raccomandata di turno, eppure, di certo cinicamente, l’empatia verso chi ha perso la dignità è più sentita ed ecco che colei che appare algida rivela il risvolto più fragile e drammatico. Ed è proprio in questo spazio vuoto, riempito non da suppellettili, ma da corpi in movimento che si gioca la partita tra ciò che sembra importante e ciò che in realtà lo è veramente. Siamo certi che questi quattro poveri disgraziati non siano in realtà essi stessi carnefici? Gli ideali, gli obiettivi che li hanno spinti a compere quella rapina sarebbero davvero stati perseguiti una volta ottenuto il malloppo? O forse ciascuno di loro, una volta ottenuti i soldi avrebbe, seppure per un attimo, sperato di essere “dall’altra parte”, dalla parte dei vincenti, di chi sta sempre al posto giusto e al momento giusto per avere l’alibi di tenere tutto per sè con buona pace della coscienza? Domande che resteranno senza risposta in quanto il malloppo non si trova, non c’è, jamais vu. Hanno paura di ricordare proprio perchè hanno paura di scoprire che il vil denaro vince sempre e avrebbe vinto anche con loro. Dispiace soprattutto che l’obiettivo più importante, quello di rendere illegali le note vocali di WhatsApp più lunghe di 30 secondi, non vedrà mai la luce! Tutto il mondo ne avrebbe tratto enorme beneficio. Il vero oblio non lo ha causato il gas nervino, ma il denaro e c’è da farci i conti con questo assioma; una chiave, la libertà, non potranno salvare quattro vite destinate a restare nel limbo del mai visto. E così, una volta capito che Future, il futuro, è solo una carogna, sulle note di “California dreamin'” (I’d be safe and warm if l was in L.A.), quattro pistole gli si parano davanti. Chi vincerà: lo jamais vu o il dejavù, suo esatto opposto, ma in realtà suo perfetto complementare? … Buio.

Marianna Addesso_iNPlatea

 

con Eduardo Di Pietro, Giulia Esposito, Vincenzo Liguori, Gennaro Monforte, Laura Pagliara
costumi Federica Del Gaudio
aiuto regia Alessandro Errico
progetto e regia Eduardo Di Pietro

Dicembre 16th, 2017 by