Una produzione del Teatro di San Carlo
Opera in quattro atti su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica dal romanzo di Henri Murger, Scènes de la vie de bohème
Prima rappresentazione: Torino, Teatro Regio, 1 Febbraio 1896
Direttore | Alessandro Palumbo
Maestro del Coro | Gea Garatti
Regia | Francesco Saponaro
Scene e Costumi | Lino Fiorito
Luci | Pasquale Mari
Assistente alla Regia | Veronica Bolognani
Assistente alle Scene | Fabio Marroncelli
Assistente ai Costumi | Anna Verde
Interpreti
Mimì, Karen Gardeazabal (16, 18 e 19 gennaio – ore 21 – 22 gennaio) / Lana Kos (17, 19 gennaio – ore 17 – 20 gennaio)
Rodolfo, poeta, Giorgio Berrugi (16, 18 e 19 gennaio – ore 21 – 22 gennaio) / Francesco Pio Galasso (17, 19 gennaio – ore 17 – 20 gennaio)
Musetta, Hasmik Torosyan (16, 18 e 19 gennaio – ore 21 – 22 gennaio) / Valentina Mastrangelo (17, 19 gennaio – ore 17 – 20 gennaio)
Marcello, pittore, Simone Alberghini (16, 18 e 19 gennaio – ore 21 – 22 gennaio) / Filippo Polinelli (17, 19 gennaio – ore 17 – 20 gennaio)
Schaunard, musicista, Enrico Maria Marabelli (16, 18 e 19 gennaio – ore 21 – 22 gennaio) / Francesco Verna (17, 19 gennaio – ore 17 – 20 gennaio)
Colline, filosofo, Giorgio Giuseppini (16, 18 e 19 gennaio – ore 21 – 22 gennaio) / Vladimir Sazdovski (17, 19 gennaio – ore 17 – 20 gennaio)
Benoît, il padrone di casa / Alcindoro, Matteo Ferrara
Parpignol, Enrico Zara
Orchestra e Coro del Teatro di San Carlo
con la partecipazione del Coro di Voci Bianche del Teatro di San Carlo
Spettacolo in Italiano con sovratitoli in Italiano e in Inglese
In questa lettura dell’opera – approdata per la prima volta al Teatro di San Carlo nel 2016 – Mimì è una donna del popolo, di una classe subalterna al potere e ai vizi dei cinici viscontini; il finale dello spettacolo, in cui le spoglie della donna vengono sottratte persino all’abbraccio estremo di Rodolfo per essere condotte in corteo funebre dai suoi amici del popolo delle periferie metropolitane, è un gioiello di poesia sociale. Le scene e i costumi di Lino Fiorito rimandano a una Parigi senza tempo: una pedana trasversale ricorda i tetti della capitale francese dove Puccini immaginò la tragica storia d’amore di Rodolfo e Mimì. «Ma potrebbero anche essere i tetti di Napoli», azzarda il regista Francesco Saponaro che proprio dalla periferia partenopea, dai laboratori del Teatro di San Carlo a San Giovanni a Teduccio, era partito nel 2012 con la sua «Bohème popolare» attraverso un workshop di teatro sociale aperto ai ragazzi di Napoli Est.