LA MACCHINA DELLA FELICITA’


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E’ Flavio Insinna ad aprire la stagione teatrale del Gran Teatro Paladianflex di Atena Lucana (SA), unica data in Campania per lui, con il suo One Man Show La macchina della felicità. 

L’entrata in platea del pubblico ha per premessa la redazione di un biglietto a cui, a domanda – Dicci che cosa è per te la felicità -, si è liberi di rispondere, palesandosi o meno, in modo più sincero possibile. L’incipit dello spettacolo dunque, che si basa sulla lettura in sala di ciò che è venuto fuori dai biglietti, dona l’avvio a un dialogo, a tratti monologo, in cui l’artista si confronta con le diverse verità (più o meno comiche) scaturite e lancia l’assist a riflessioni più o meno intense. Che cos’è davvero la felicità? C’è chi la vede negli occhi dei suoi figli, chi la vede nella carezza del partner e anche chi la ritrova in una teglia di parmigiana fumante, d’altronde il mondo è bello perché vario e la bravura del protagonista in scena, in questo caso coadiuvato da cinque valenti musicisti e una voce solista che rasenta la perfezione e che sono sempre pronti a sottolineare il momento, sta proprio nella capacità di far da collante a tutte le storie che di sera in sera gli si parano davanti.

Flavio Insinna si dona totalmente al suo pubblico, anche bacchettandolo in più di un’occasione al sussurro di “Fate un po’ come ve pare”, ma soprattutto si svela e si rivela senza filtri. Flavio Insinna si prende letteralmente a racchettate, facendo della sua immagine stampata pallotte da stropicciare e colpire per renderle libere di ‘volare’ in braccio al suo pubblico.

Che sia questa la felicità per lui: entrare in totale empatia con persone sconosciute in sole due ore lasciando di sé il ricordo di aver trascorso due ore di ottimo tempo? Ovvia la risposta se si sta parlando di un attore che lo fa per mestiere (oddio, non è che ci riescano sempre proprio tutti), meno ovvia diventa se si riesce a far percepire l’altro, l’intimo, la parte che una telecamera non può e non deve per forza svelare fino in fondo. E’ bello mitizzare, attendere la fine dello spettacolo per riuscire a strappare una foto e un abbraccio all’Attore, ma non è anche più bello quando dell’attore si riesce a leggere l’anima?

 

iNPlatea_Marianna Addesso

 

 

 

Settembre 2nd, 2019 by