LA RIDICOLA NOTTE DI P.


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Una produzione Associazione Culturale Area 5

 

«Studiando l’opera La Morte Lieta di Nikolaj Evreinov (Russia, prima metà del ‘900) – afferma il regista – ho avuto l’impressione che tra quelle sparute pagine che Evreinov stesso definiva una “breve Arlecchinata”, vi fossero annidati gli indizi per una critica feroce al nostro tempo, al modo in cui conduciamo le nostre vite, alle debolezze della natura umana. La struttura farsesca del testo di Evreinov mi è d’improvviso apparsa come l’inquietante paradigma delle nostre esistenze. Il timido e inoffensivo Pierrot scontento della sua natura è convinto di poterla riscattare uccidendo Arlecchino: la maschera allegra, l’amico di sempre. Ecco l’archetipo. Cosa succede quando affidiamo ad un istinto mediocre la conduzione delle nostre vite? quali rischi si corrono se le nostre azioni prima ancora che giuste, devono risultare ferocemente utili? La morte di Arlecchino. Il buio sul colore. Nasce da questa riflessione La ridicola notte di P, un testo che eredita le intuizioni di Evreinov e le sviluppa sotto forma di dramma contemporaneo. Berardi immagina l’ultimo giorno di vita di Arlecchino, una festa per la riconsegna della più famosa tra le maschere; elegge Pierrot gran cerimoniere, invita in scena la bella Colombina e una mostruosa rappresentanza della società civile: un medico, un giudice, un prete. Tutti nella folle corsa verso la fine dello spettacolo, verso il momento in cui Arlecchino smetterà di scherzare. Due compagni di sempre, due vite passate insieme, due destini di un’unica storia. Due attori che per secoli hanno rappresentato lo stesso spettacolo. Due maschere. […] Dura vita, quella delle maschere, corpi ingabbiati da costumi sempre uguali, volti dove rabbia o tristezza diventano irrimediabili cicatrici, vite consumate nell’abitudine del personaggio. Ma oggi è un giorno diverso. Cosa succede nella vita dei due quando si chiude il sipario e si spengono le luci? Non è tra le sfarzose scenografie di una corte che li vediamo oggi; oggi li scopriamo nell’intimità della loro stanza, abituata alla fame e al viaggio. Un confronto deve accadere, e sarà la prima volta. E l’ultima. Cosa non si sono mai detti la prima e l’ultima delle maschere? Nella loro distanza, che è diametrale, si dovranno confrontare sui temi più cari alla loro storia, perché dopo oggi niente sarà come prima. Cosa succede se tra due ore Arlecchino deve morire?».

 

dramma contemporaneo a colori di Marco Berardi
regia Federico Vigorito
con Luca Biagini, Marco Zannoni, Roberto Negri, Alessandra Raichi

Maggio 29th, 2018 by