L’ANATRA ALL’ARANCIA


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Evento finito il 16 Febbraio 2018


Una produzione Teatro Eliseo, Fondazione Teatro della Toscana

 

Venticinque anni di matrimonio e non sentirli… o forse sentirli fin troppo. Gilberto e Lisa, un viaggio all’anno per festeggiare l’anniversario, una coppia borghese, con una vita borghese, in una casa “borghese” sono alla frutta. Dopo anni di tradimenti di lui puntualmente scoperti, Lisa lancia la bomba: si è innamorata di un nobile russo e ha intenzione di andare via con lui. Ma Gilberto non ci sta. E’ lui l’uomo di casa, la star della televisione ed è a lui e solo a lui che possono essere concesse scappatelle e distrazioni. Parte così L’anatra all’arancia: con due coniugi intenti a giocare a scacchi sorseggiando vodka (per lei solo “due dita” altrimenti le fa male) che finalmente si confrontano e si aprono l’uno all’altra. Due figli ormai grandi, anche se solo anagraficamente, tirati in ballo solo alla bisogna brandendone la foto e un maggiordomo/folletto che di tanto in tanto travolge simpaticamente la scena. In un salotto “buono”, di quelli arredati con gusto e con pezzi unici acquistati anche a costo di enormi sacrifici, Gilberto e Lisa accusano e rinfacciano aiutati sicuramente dalla lingua sciolta che solo il bicchierino della staffa di mezzanotte, quel bicchierino che diventano due e poi tre, può restituire. Sembra proprio che si odino e che per il loro matrimonio non ci sia più speranza, ma non è così: Gilberto non vuole affatto che la moglie lo abbandoni, lui la ama ancora e Lisa lo ha capito benissimo, nonostante le molteplici benedizioni offerte alla nuova coppia. Quando lui tira fuori la brillante idea di invitare l’amante russo a casa loro per il weekend, Lisa capisce subito che c’è sotto qualcosa, ma lo lascia fare e così, il giorno dopo, la casa si riempie di altri due personaggi: Volodia Smirnov e Chanel Pizziconi (nomen e ‘cognomen’ omen per entrambi?). I quattro trascorrono del tempo insieme e la tela di Gilberto appare sempre più contorta. La psicologia inversa la fa da padrona e alla fine, come da brava commedia amorosa, tutto si risolve nel migliore dei modi e i due coniugi si sciolgono in un abbraccio che li riporta nei ranghi. Non si lasceranno più!

Scritta in origine da William Douglas Home, tradotta in seguito da Marc Gilbert Sauvajon e apparsa in Italia anche al cinema, nel 1975, per la regia di Luciano Salce e con protagonisti Monica Vitti e Ugo Tognazzi, L’anatra all’arancia è una commedia senza tempo. A Luca Barbareschi che di questa pièce firma anche la regia e l’adattamento, è bastato introdurre nei dialoghi pochi elementi (ius soli e denunce post datate, per esempio) per farla sembrare scritta ieri. Commedia leggera, a tratti riflessiva, in molti momenti rende l’immedesimazione quasi automatica e così Lisa che esclama << Io non voglio solo esistere, io voglio vivere! >> o Gilberto che chiosa con << Fra di noi non sarà mai perfetto, ma… sarà noi due! >> diventano le Lisa e i Gilberto sparsi in giro, all’inizio troppo concentrati su loro stessi e poi spaventati e soli quando arriva la resa dei conti finale.

Un Luca Barbareschi, con perenne andatura dinoccolata propria del post cicchetto, e una Chiara Noschese “sospirante” a ogni fin di frase sono all’altezza di Tognazzi e Vitti e anche gli altri attori: Ernesto Mahieux, Gerardo Maffei e Margherita Laterza appaiono ottimamente calati nel loro personaggio. Bello il gioco di luci che fa da sfondo al curato arredamento e che passando dal blu balena, all’arancio-crepuscolo e infine al celeste-alba, con nubi annesse, racconta il trascorrere del tempo che diversamente, trovandosi sempre al chiuso di una stanza, non poteva essere meglio raccontato. Fa da sottofondo all’insieme il brano “Estate” di Bruno Martino, declinato nelle diverse versioni prodotte che vanno da Mina a Giusy Ferreri, passando per Sergio Cammariere e che crea un’atmosfera evanescente e intramontabile come il racconto.

Lodevole la performance dell’anatra, sia in scena sia nello starnazzìo da fuori campo. L’avranno, alfine, mangiata?

Marianna Addesso iNPlatea

 

dal testo The Secretary Bird di William Douglas-Home
versione francese di Marc-Gilbert Sauvajon
con Luca Barbareschi, Chiara Noschese, Gerardo Maffei, Margherita Laterza
e con la partecipazione di Ernesto Mahieux
scene Tommaso Ferraresi
costumi Silvia Bisconti
luci Iuraj Saleri

regia Luca Barbareschi

Dicembre 9th, 2017 by