LE ULTIME LUNE


Dettaglio eventi

Evento finito il 12 Gennaio 2019


Una produzione Palcoscenico Italiano e Centro Teatrale Meridionale

 

Le ultime lune, ultimo spettacolo teatrale interpretato da Marcello Mastroianni, va in scena per la prima volta il 10 novembre 1995 al Teatro Stabile del Veneto Carlo Goldoni, con la regia di Giulio Bosetti. E’ un testo scritto dal triestino Furio Bordon, e nel 1993 vince il premio dell’Istituto del Dramma Italiano – premio IDI – per la miglior novità teatrale dell’anno. Questo testo è tradotto e allestito all’estero in più di venti lingue e vince numerosi premi, tra cui il Premio della Critica a Bruxelles nel 2003, come migliore spettacolo dell’anno. Esso è un’analisi profonda sulla terza età.
Solo dopo un mese dal debutto Marcello deve sospendere le recite a causa di un malore. Le date programmate non sono cancellate, ma solo rinviate, e il 20 febbraio 1996 torna a recitare, debuttando una seconda volta a Bologna. Gli è diagnosticata una grave malattia. Così, la vita reale s’identifica con la finzione. Mastroianni tuttavia continua a recitare fino a che le forze glielo consentono.
È a Napoli che nel novembre 1996 Mastroianni va in scena per l’ultima volta. Marcello ha recitato finché le forze glielo hanno consentito, fino alla fine, perché amava profondamente il teatro e il suo lavoro. La sua interpretazione molto intensa è percepita dal pubblico che lo riempie di applausi irrefrenabili. Gli spettatori avvolgono in un abbraccio ricco d’affetto e gratitudine il grande Attore e, soprattutto, il grande Uomo Marcello Mastroianni.
Le ultime lune continuano a essere rappresentate in giro per il mondo e, come ricorda Furio Bordon, tutti gli attori, ovunque, continuano a parlare di Marcello. È un modo per farlo vivere, per sentirlo ancora vicino, per ricordare un uomo e un attore indimenticabile.
Il Padre (il protagonista della piece interpretato da Andrea Giordana), è un professore universitario in pensione, che decide di lasciare la casa del figlio – dove vive con lui, la nuora e i nipoti – per trasferirsi in una residenza per anziani. È una decisione dettata dall’orgoglio, dal desiderio di non essere di troppo in un appartamento diventato piccolo dopo la nascita della seconda nipote. È facile intuire che l’anziano avrebbe sperato in un consenso un po’ meno sollecito da parte del figlio riguardo questa sua decisione. Il protagonista, vedovo da molti anni, parla spesso con la moglie (Galatea Ranzi) morta giovane e ricorda il tempo passato.
Egli non ha più fiducia verso il prossimo e non ha il coraggio di parlare a nessuno delle proprie paure e dei propri pensieri. Non riesce a comunicare nemmeno con suo figlio, (Luchino Giordana) troppo distante da quelle problematiche e incapace di comprenderlo pienamente.
È un testo che si occupa di un tema umano sociale, e anche attuale, visto l’aumento della popolazione degli anziani, parla della lacerazione profonda tra “mondo dei vecchi” e “mondo dei giovani”. L’incomunicabilità esistente tra questi due mondi si attua in un silenzio straziante, un’indifferenza basata su dialoghi spesso insignificanti e superficiali.
In questa edizione Andrea Giordana saprà onorare meravigliosamente bene il grande Marcello Mastroianni.

 

con Andrea Giordana, Galatea Ranzi, Luchino Giordana

di Furio Bordon

regia di Daniele Salvo

Gennaio 4th, 2019 by