LISISTRATA, ossia ‘a rivolta d”e mugliere


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Evento finito il 08 Dicembre 2019


«Se cediamo, se gli diamo il minimo appiglio, non ci sarà più un mestiere che queste, con la loro ostinazione, non riusciranno a fare. Costruiranno navi, vorranno combattere per mare […]. Se poi si mettono a cavalcare, è la fine dei cavalieri.»

Dai tempi di Aristofane, che così scriveva, tante sono state le “Lisistrate” susseguite nel tempo e assai le loro seguaci; delle loro battaglie e di piccole rivoluzioni ne sono pieni i testi. Eppure, nonostante tutto, ancora oggi aleggia nell’aria il dubbio, fondato, che ‘l’omm adda sta ‘a coppa e a femmena adda sta ‘a sotta’.

La Lisistrata di Franco Cutolo è ambientata nell’ 800 in Campania, terra di briganti e rivoltosi che sacrificano le loro compagne per portare avanti le loro battaglie di libertà. Ma una donna su tutte non ci sta e organizza una vera rivolta: ” ‘a rivolta d’ ‘e mugliere”. Accade dunque che lo sciopero del sesso già descritto da Aristofane che doveva servire a convincere gli uomini a fare l’amore invece che la guerra, si trasformi in un irriverente scambio vernacolare tra i due sessi in cui, infine, non ci saranno né vincitori né vinti. Ma prima di approdare verso un finale un po’ sprecato,  alla ‘volemose bene’, che forse fa perdere di brio anche alla  protagonista, assistiamo a due ore abbondanti di uno spettacolo pressoché perfetto.

Magnifici i costumi, bella la riproduzione della piazza, in cui campeggia una grande fontana dove le donne si ritrovano a fare il bucato e a confidarsi segreti e ansie sui loro uomini lontani, impegnati da ben due mesi sulle montagne a combattere il nemico e incantevoli i cori, che di quando in quando frammezzano il copione, sottolineando alcune verità. Ed è così che, tra canti e proverbi, la querelle romantica tra Lisistrata e il suo sposo si dipana in un meraviglioso duetto magistralmente interpretato da Giulio Adinolfi e Maria Del Monte. Protagonisti principali, i due, ma pronti a condividere la scena con attori giovani e preparati che facendo loro da cornice, lasciano fluire il racconto velocemente e con una vivacità che non stanca e non annoia bensì tiene all’erta ogni senso e porta, planando dolcemente, al finale.

Non mancano le sconcerie, d’altronde stiamo parlando del caustico Aristofane, ma nulla di volgare anzi tutto adeguatamente compreso nel disegno integrale. Una commedia per tutti, dunque, che rende omaggio in primis alla lingua partenopea (e anche a quella provinciale, meno facile da interpretare, ma pur sempre capace di strappare una risata) e poi anche, se mi è concesso, essendo ormai in tema, dato il calendario, al presepe. Sì, perché in più di una occasione è sembrato assistere ad una rappresentazione in 3D del classico presepio napoletano, da cui sono spuntati personaggi più o meno tipici che, complici i colori sgargianti dei costumi e le luci a mantenere un giorno perenne sui loro visi, ci hanno ricordato che Natale è in arrivo e con esso il rinnovarsi della vita di un bimbo che nasce e che è destinato, per chi ci crede, a salvare gli uomini da loro stessi.

 

iNPlatea_Marianna Addesso

 

 

con Giulio Adinolfi e Maria Del Monte.

e con Gino Curcione

scene, costumi e regia di Franco Cutolo

Agosto 20th, 2019 by