MALDESTRO LIVE TOUR


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Nato e cresciuto a Scampia, periferia spesso protagonista in cronaca, a Nord di Napoli, Maldestro, al secolo Antonio Prestieri, è adesso in tour per presentare il suo ultimo lavoro discografico: Mia madre odia tutti gli uomini, uscito il 9 novembre scorso. Lo abbiamo ascoltato ieri sera, sul palco del teatro Sannazzaro, nella sua città, tra la sua gente, quella che a fine concerto, come fosse l’ultimo verso di una sua canzone, gli urla dalla platea un intonatissimo “Ti amiamo!” Pubblico eterogeneo per età, a dimostrare che Maldestro gode di un vasto consenso, guadagnato sul campo a suon di versi e musica, ma anche di premi; secondo al festival di Sanremo del 2017, nella sezione “Nuove Proposte”, con il brano Canzone per Federica, che gli vale anche il premio Mia Martini, il Lunezia e il Premio Jannacci, aveva già vinto il premio Ciampi, il premio De André oltre a numerose altre menzioni. Ed è proprio un’atmosfera ‘da cantautore impegnato’ quella che ci accoglie in teatro: non sono note musicale le prime a partire, ma parole recitate (“Il mio cuore è un malaffare”) con, in sottofondo, un cuore che batte a ritmo di tamburo e luci calde intermittenti, che subito creano ambient. E si parte con la track list dell’album: Il seme di Adamo, Spine, La felicità, accarezzano le orecchie del pubblico che in silenzio e immobile ascolta rapito questo ragazzo nuovo idolo della canzone italiana. Un’orchestra di 5 elementi accompagna Maldestro in questo tour, ma come già è accaduto a Sorrento, anche a Napoli sale sul palco anche un gradito ospite: Dario Sansone (Foja), che assieme ad Antonio interpreta la cover di Mio fratello che guardi il mondo di Ivano Fossati. Non possono mancare brani tratti dai precedenti album di Maldestro (Non trovo le parole – 2015 e I muri di Berlino – 2017) e dunque: Dannato amore, Canzone per Federica, Tra Venere e la Terra quest’ultima anticipata da un’introduzione sul suo quartiere, Scampia, a rimarcare che lì non si piange solo di dolore, ma anche e soprattutto di gioia, saltano fuori dagli strumenti e vengono, con garbo, accompagnate dal pubblico dei fans.

Tra i brani dell’album presentato, I poeti sembra fare omaggio, con le sonorità riarrangiate per l’occasione, a un Lucio Dalla d’annata e alla sua indimenticabile 4/3/43 (altrimenti nota come “Gesù Bambino”).

 

Con Sporco clandestino, tristemente attuale, si conclude il concerto; ma come è consuetudine, anche Maldestro risponde al “Dentro, dentro!” urlato dalla platea e concede ancora qualche brano. I ‘piano solo’ di Joe, Fermati tutta la vita e Arrivederci hanno contribuito a rendere l’atmosfera del concerto (durata 1h e 30) magica e intima e dopo aver, come è d’uopo, reso omaggio ai musicisti che lo hanno accompagnato (Paolo Del Vecchio – chitarre e plettri, Niccolò Fornabaio – batteria e percussioni, Luigi Pelosi – contrabbasso elettrico, Sara Sgueglia – cori, synth e percussioni e Fabio Renzullo – fiati), Maldestro ringrazia il suo pubblico che lo ha accolto “In questo immenso abbraccio”, tutti quelli che gli hanno dato una mano durante il suo percorso e Rosaria (la madre) per avergli “fatto due mani”. Non dimentichiamo che prima di dedicarsi completamente alla musica, Antonio Prestieri ha calcato le scene teatrali da attore, regista e drammaturgo; questo suo background unito alla innata napoletanità, non può che generare simpatia.

Menzione speciale va al calzino scuro, a rombi colorati, indossato con classe e nonchalance, che per un trentenne d’oggi è cosa assai rara ritrovare.

 

iNPlatea_Marianna Addesso

Gennaio 30th, 2019 by