MONOLOGHI DELL’ATOMICA


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Va in scena al teatro Elicantropo, il rinnovato teatro Elicantropo, in abito da sercon nuovi panchetti a scomparsa rosso fiammante, lo spettacolo i “monologhi dell’atomica” interpretato da Elena Arvigo. I padroni di casa accoglienti e gentili,  si respira area di familiarità mista a quella del teatro, qua e là tra la platea si scorge “gente di teatro”, il pubblico, tutto, pare appartenere ad una unica grande famiglia. La passione per il vero collante della serata.
Lo spettacolo ripercorre l’esperienza della moglie di un pompiere, tra i primi ad intervenire a Chernobyl, la donna dovrà imparare a convivere con la consapevolezza che il marito, tra i primi ad essere intervenuti è destinato a morire molto presto, molto presto. Attraverso la storia di questa coppia, si narra, da un punto di vista umano, piccolo piccolo, famigliare, la tragedia dell’atomica. L’uomo è radioattivo, è difficile anche stargli vicino negli ultimi giorni della sua vita. Non è semplice interpretare la difficile condizione di chi, oltre a vedersi morire giorno dopo giorno, l’amato tra le mani, vive una vita fortunata tutto sommato, consapevole di essere una superstite. Per ognuno vivo, per ogni sopravvissuto 99 sono morti. Una percentuale troppo amara, una consapevolezza troppo pesante con cui convivere. Tutta una serie di circostanze fortuite la hanno resa possibile, lei è scampata a Nagasaky perché aveva un vestito bianco, era in un luogo con tutte finestre aperte, nel posto giusto al momento giusto.
Lei si darà da fare per ritrovare il marito, deportato via dalle stesse forze militari che lo avevano impiegato per prestare i primi soccorsi, lo trova e non curante dell’immenso pericolo condivide col suo amato la vita che gli rimane. È difficile andare in scena da soli. Alcune volte bisognerebbe pensarci bene, anche se la storia narrata, oggi ha il sapore dell’attualità, visto che c’è ancora chi sperimenta missili nucleari a gittata intercontinentale.
Vittorio De Vito iNPlatea
redazionale
Una produzione Teatro delle Donne di Calenzano

L’inaugurazione della stagione teatrale 2017/2018 del Teatro Elicantropo di Napoli, sarà affidata all’attrice e regista Elena Arvigo, con Monologhi dell’atomica.

Elena Arvigo prosegue il suo percorso nel teatro civile, indagando dopo Anna Politkovskaja, altre donne imperdonabili, testimoni scomode di realtà difficili; Svetlana Aleksievich e Kyoko Hayashi. Svetlana Aleksievich, premio Nobel per la letteratura nel 2015, ha scritto “preghiera per Chernobyl”, in cui racconta la “grande storia” attraverso le piccole storie, che sono soprattutto vicende di donne, vecchie contadine bielorusse accanto a stufe radioattive come piccoli reattori, madri e mogli che hanno visto la carne dei loro uomini staccarsi dalle ossa per le radiazioni, operai che hanno costruito il sarcofago destinato a contenere il “raggio invisibile” e che stavano lentamente morendo di cancro. Un libro che non parla di Chernobyl in quanto tale, ma del suo mondo. Proprio di ciò che conosciamo meno. O quasi per niente: le impressioni, i sentimenti delle persone che hanno toccato con mano l’ignoto.

Kyoko Hayashi è una donna sopravvissuta a Nagasaky che ha lasciato testimonianza in Nagasaky. Racconti dell’atomica, in quattro storie svolge il racconto in presa diretta, attraverso i personaggi femminili, di quello che accade a Nagasaky, ma anche di cosa significa vivere da sopravvissuti al disastro. Al centro dei racconti non c’è la “grande storia”, ma la messa a nudo dell’animo umano di fronte all’indicibile. Una prosa distaccata e coinvolgente, che ci spinge ad interrogarci su come ognuno di noi avrebbe reagito in una situazione così estrema.

Due capitoli oscuri della storia contemporanea: Hiroshima e Chernobyl.

da “Preghiera per Cernobyl” di Svetlana Aleksievich (premio Nobel 2015) e “Nagasaki” di Kyoko Hayashi

regista collab. Virginia Franchi

ass. regia Valeria Spada

un progetto di e con Elena Arvigo

Ottobre 10th, 2017 by