NON MI HAI PIU’ DETTO TI AMO


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Evento finito il 19 Maggio 2018


La famiglia è ancora il cardine della società?

La domanda trova una risposta, quasi fiabesca, nella commedia scritta e diretta da Gabriele Pignotta, un testo che sembra pennellato, ad hoc, per le icone del teatro Lorella Cuccarini e Giampiero Ingrassia, in scena marito e moglie e genitori.

I due interpretano un amore longevo e perciò messo a dura prova dalla quotidianità. Serena e Giulio, innamorati ma svogliati, vivono le routine della quotidianità senza troppa enfasi, pare abbiano dimenticato la grandezza del sentimento che li ha uniti; solo che, questa è la novità, troveranno il modo di reinventarsi, con ironia e mettendosi in discussione.

Il testo sottolinea un concetto di matrice cattolica e di buon senso, della chiesa contemporanea che è stata capace di reinventarsi riproponendosi, anche alle nuove generazioni, con vigore e passione, la permanenza della condizione di genitore, ruolo, che assunto, permane ed è inderogabile anche in caso di separazione.

Concetto condivisibile anche da laico, insomma per quanto un matrimonio sia fallibile, e per ciò revocabile, la revoca non può estendersi alla prole.

I due vivono una difficile crisi matrimoniale, che inevitabilmente coinvolge tutta la famiglia, di cui fanno parte anche Tiziana e Matteo che reagiscono in maniera diversa lei, accomodante e matura; lui, reattivo e critico, entrambi in scena con meticolosità e brillantezza al punto da non sfigurare al cospetto dei due, navigati e pimpanti mattatori. I ragazzi hanno un approccio “antipodico” sono entrambi figli ma Tiziana riconosce ai genitori il diritto, quasi dovere, di spendere una vita, non esclusivamente in funzione dei figli; l’altro Matteo non ammette deroghe e rivendica per sé l’attenzione totalitaria, quantomeno, della madre.

Tutto scaturisce dal timore dell’esito di un test per Serena che la tiene sulle spine, in preda al panico ed alla paura, sensazioni che faranno scattare come una molla il sentimento dell’autocritica. Tutto sarà messo in discussione, ogni cosa, l’intero ultimo ventennio speso esclusivamente per la famiglia diventerà un insostenibile macigno.

I dialoghi interpretati dalla Cuccarini e dal gigante Ingrassia sono pimpanti, divertenti e appartengono, forse, alla quotidianità dei più. Il fulcro della commedia, nasce da un involontario “equivoco” e da un “equivoco”, questa volta voluto, viene chiuso. L’interazione familiare viene “molestata” dalla figura buffa di un paziente di Giulio, che è un medico di base, massimalista, uno di quelli che utilizza il telefono come naturale estensione del proprio corpo, e perciò non è più capace di godere della bellezza di quello che lo circonda.

E’ una commedia sicuramente da vedere, una bella storia magistralmente portata in scena dagli interpreti tutti, che hanno potuto godere di una scenografia sfavillante e tecnologica, nonché di una attrezzata costumeria. Se siete tra i fortunati che hanno trovato posto per assistere allo spettacolo, per quanto ritengo che lo show non vada mai interrotto dagli applausi, che a mio avviso, vanno tributati solo al suo epilogo, state attenti, perché questa compagnia vi offrirà l’opportunità di chiudere lo spettacolo voi stessi, insieme a loro, e a mio avviso è un lavoro che lo merita!

iNPlatea Vittorio De Vito

testo e regia Gabriele Pignotta

con Giampiero Ingrassia, Lorella Cuccarini.

 Raffaella Camarda, francesco Maria Conti, Fabrizio Coruzzi.

musiche Giovanni Caccamo

scene Alessandro Chiti

costumi Silvia Frattolillo

Dicembre 8th, 2017 by