NOSTALGIA DI DIO, dove la meta e’ l’inizio


Dettaglio eventi


Una produzione Teatro Stabile dell’Umbria,Teatro Metastasio
in collaborazione con Dialoghi – Residenze delle arti performative a Villa Manin 2018-2019

 

“Anche la mucca ha il suo principio di interiorità. Esige una casa, l’ambiente modesto e segreto dove l’inconscio vive.”
G. Bachelard

Nostalgia di casa.
Questo potrebbe essere l’altro titolo di questo spettacolo, in quanto per me, la casa sono gli affetti, e gli affetti sono l’unica dimensione rimasta che mi rapporti al sacro. Nel bene voluto, risiede il mistero. E’ nel legame, nel bisogno dell’altro, la meraviglia. C’è lì, nella casa, un’energia invisibile ma concreta, inafferrabile e solida: io so che c’è, anche se non la vedo. Ed è una delle poche cose certe che ho.
Ogni volta che torno a casa, io mi sento come se tornassi all’ infanzia. Ma non a una fase qualunque dell’infanzia, ma alla fase dell’onnipotenza,quella dei primissimi anni.
A casa mia, in questo habitat benevolo, io credo di potere tutto e una parte di me,bambina, si rilassa, si libera, respira e si sparge in giro.
Forse questo passaggio succede a tutti, quando tornano a casa. O forse no.
Forse è una dimensione del nostos, del ritorno dell’Eroe. Chissà.
Non so, non saprei, ma mi piace pensarlo.
Il mondo ci limita, la casa ci accoglie e ci espande.
Ed è in questa fioritura potente e affettuosa, che nascono i figli.
Che sono per me l’altra domanda su cui si annoda, senza scioglierla, questo spettacolo.
I figli da piccoli in particolare, in quanto piccoli Dei onnipotenti.
Influenzata dalla favola che ci hanno raccontato,  influenzata dalle infinite madonne con bambino, il mio immaginario cattolico infantile- che è l’unico che ho,
come probabilmente molti di noi che poi da grandi hanno lasciato perdere- si è ancorato lì.
E’ lì, prima dei 10 anni, su quelle immagini, che l’impressione indelebile mi si è formata: quella di un Dio bambino, visto dalla prospettiva della madre.
Insomma Dio,per me,è più un figlio che un padre. Un figlio se non proprio dio quanto meno onnipotente. Questo è secondo Freud quello che tutti noi siamo
per un breve periodo.
Come non volerci tornare?
Nostalgia di Dio quindi si muove in questo strano crocicchio tra la nostalgia di casa e la nostalgia dell’infanzia onnipotente, che mi è maturato dentro
ultimamente, senza capirlo ancora del tutto.
Tutti i bambini sono gli. Dio è un bambino. Dio è un figlio.
Tutti i gli sono Dio?Chissà.
Comunque sia,una cosa si sa:per le madri, i gli, non crescono mai.
L.C.

 

testo e regia Lucia Calamaro
con Alfredo Angelici,Cecilia Di Giuli, Francesco Spaziani,
Simona Senzacqua
luci  Gianni Staropoli
scene e costumi Lucia Calamaro
assistente alla regia Diego Maiello
disegno dell’angelo Luca Privitera
fotografia Guido Mencari

Luglio 27th, 2019 by