NOSTRA ITALIA DEL MIRACOLO


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Una co-produzione TrentoSpettacoli/Arkadis

 

La storia professionale di Camilla Cederna inizia  con un articolo che ironizza sulle buffe divise nere indossate dalle donne in periodo fascista…e, per lei, inizia quella che oggi definiamo gogna mediatica. Sulla Cederna, nel corso degli anni, si è scritto e detto di tutto. Forse perché era di estrazione borghese, ma si era schierata con Pinelli? Forse perché non aveva paura di combattere, con la sua penna, soprusi e prepotenze italiche? O forse perché, semplicemente, era una donna?

Maura Pettorusso/ Camilla Cederna entra in scena con uno spolverino nero e scarponcini marroni; siamo in periodo di Seconda Guerra Mondiale: Mussolini, Hitler, gli Ebrei… c’è tanto da dire e bisogna farlo senza paura.

Poi gli anni passano, l’Italia “si” ricostruisce e la vita si sposta nei salotti intellettuali, quelli intorno a cui gravitano personaggi quali Montanelli, Strehler, Fellini. Maura/Camilla si toglie lo spolverino, abbottona la camicia che aveva nascosta sotto, indossa scarpe “da signora per bene” e una collana di perle ed è subito “Boom economico”. E si continua e si va avanti, percorrendo gli anni di De Chirico, di Enzo Ferrari, Di Pertini e di Papa Giovanni XXIII e la sua penna non smette di mai di raccontare e di denunciare:

<<Non so mai dove cominciare e dove finire. Il problema è scegliere.>>

Scegliere cosa raccontare e cosa tacere. Scegliere da che parte stare. Decidere, per esempio, di raccontare la storia di Pinelli a modo suo, andando contro Calabresi che, in quel frangente, rappresenta lo Stato. Certo che, per essere solo una donna, ormai anche zitella, ne ha di attributi questa Cederna!

Craxi, Berlusconi, Chernobyl, la pubblicità… più si va avanti e più si rischia di collassare e lei c’è sempre; lei intervista e raccoglie, prende appunti e rielabora.

Ma stasera, la Cederna/Pettorusso non è sola sulla scena: insieme a lei un rumoroso distruggidocumenti che, volta per volta, ingoia senza pietà le pagine del giornale che lei gli porge con foga. E dopo aver distrutto l’ultima pagina di quel giornale, indossa di nuovo scarponcini e spolverino. Cosa è successo? E’ di nuovo tempo di guerra? Sicuramente la sua guerra personale “contro il mondo”, così come quella che “il mondo” le ha dichiarato fin dal primo giorno, non è ancora finita.

Marianna Addesso iNPlatea

 

con Maura Pettorruso

drammaturgia e regia Giulio Costa

organizzazione a cura di Daniele Filosi

Gennaio 30th, 2017 by