OVVERO SONG’ ALLERGICO ‘E FRAVOLE


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Ovvero Song’ Allergico ‘e fravole è la storia della creazione in provetta del mito partendo dal nulla, è la definizione provata che la massa ascolta con occhi e orecchie spalancati ciò che le viene propinato e, meno capisce, più apprezza. In un mondo di tenori-non tenori, di autori-non autori, di artisti-non artisti, di politici-non politici, il personaggio Ernesto va a nozze. Magnificato già dal prologo, e per tutto lo spettacolo dal suo storiografo nonchè mentore(che è il suo alter ego reale e suo anfitrione),inizia a snocciolare la sua variegata esibizione,fatta di “opere” (il narratore non osa definirle canzoni), poesie e commenti che il “Maestro” (così è costantemente definito il nostro) chiude con inaspettate perle di “saggezza”,incalzato da salaci domande di una improbabile giornalista presente sul palco. La sua seraficità nell’asserire e cantare l’impossibile rendendolo credibile è il leitmotiv di tutto l’impianto scenico. E’ trionfo del vacuo, del luogo comune e del nulla assurti a “verbo”, forzato e montato ad arte per contrabbandarlo come opera omnia, intervallato e impreziosito da improbabili “perle” poetiche declamate dal suo storiografo e mentore e videoproiezioni di “improbabili” interviste ottenute dall’entourage del Maestro (gli amici,l’arrangiatore,il parroco,lo psicologo,il parrucchiere e il politico).
Una goliardica cavalcata dedicata a chi, ha il coraggio, di non prendersi troppo sul serio.
Ovvero Song’ Allergico ‘e fravole’ la storia della creazione in provetta del mito partendo dal nulla, è la definizione provata che la massa ascolta con occhi e orecchie spalancati ciò che le viene propinato e, meno capisce, più apprezza. In un mondo di tenori-non tenori, di autori-non autori, di artisti-non artisti, di politici-non politici, il personaggio Ernesto va a nozze. Magnificato già dal prologo, e per tutto lo spettacolo dal suo storiografo nonchè mentore(che è il suo alter ego reale e suo anfitrione),inizia a snocciolare la sua variegata esibizione,fatta di “opere” (il narratore non osa definirle canzoni), poesie e commenti che il “Maestro” (così è costantemente definito il nostro) chiude con inaspettate perle di “saggezza”,incalzato da salaci domande di una improbabile giornalista presente sul palco. La sua seraficità nell’asserire e cantare l’impossibile rendendolo credibile è il leitmotiv di tutto l’impianto scenico. E’ trionfo del vacuo, del luogo comune e del nulla assurti a “verbo”, forzato e montato ad arte per contrabbandarlo come opera omnia, intervallato e impreziosito da improbabili “perle” poetiche declamate dal suo storiografo e mentore e videoproiezioni di “improbabili” interviste ottenute dall’entourage del Maestro (gli amici,l’arrangiatore,il parroco,lo psicologo,il parrucchiere e il politico).
Una goliardica cavalcata dedicata a chi, ha il coraggio, di non prendersi troppo sul serio.

 

Peppe Maiulli VS Ernesto a Foria

Novembre 9th, 2018 by