Una produzione Teatro del Grimaldello di Angri
Un giovane guaglione senz’arte muore per mano di due prostitute.
Califfa e Missità, le assassine, sono le sovrane del viaggio, sgomente per prime dal dolore causato, dalla morte del giovane animale. Sotto il sole buio della notte, con la luna moneta di scambio del sesso, muovono insieme per dare un senso a quel corpo. Partono per trovare un giaciglio. Il ventre del loro amore vissuto accoglie ogni cosa, e racconta i luoghi più disparati. Qui una stanza è ciglio di una strada, un’automobile o la pancia di un furgone, la sella di un mezzo. Ma il viaggio, questo viaggio, è un luogo privo di appigli perché riguarda un’anima senza vita, il ragazzo che andò per prendersi il piacere e ora è invisibile agli occhi dello spettatore. Ricomposta pezzo per pezzo in un rituale docile, ispirato dalle visioni e dalla gioia di una passata infanzia, la storia ha i toni grotteschi del dolore che si trasforma, con l’ucciso trattato come un essere ancora vivo, in modo accorto e quasi materno. Loro camminano stanche sotto i lampioni, delirano a tratti, e il giovane aleggia come il tripudio del niente, al massimo delle proprie forze. Le fasi surreali del rito si misurano con calma sotto le mani mutevoli delle due donne, madri mostruose e fulgide fanciulle, cresciute sotto gli umori del tempo e dell’umanità di passaggio. Califfa e Missità, cercano un campo di terra e mare dove chiudere la storia, prima dell’alba. Per tutte le ore di buio, dall’ora perfetta di mezzanotte che cambia l’asfalto in un bosco di voci, le sovrane portano il corpo della loro vittima lungo le tappe di un inferno in cerca di pace, in cerca di un camposanto per i morti d’amore.
di Elvira Buonocore e Alfonso Tramontano Guerritore
con Carla Ferraro e Anna Rita Vitolo
regia Antonio Grimaldi