RUMORI FUORI SCENA


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Divertente e ironico. Rumori fuori scena è una produzione Teatro Stabile Torino – Teatro Nazionale con il sostegno di Fondazione CRTB uno spettacolo brillante! Chiunque, almeno una volta nella vita abbia calcato le tavole di un palcoscenico, non potrà fare a meno di immedesimarsi in uno dei personaggi della commedia. Che si sia preso parte alla più impegnativa delle rappresentazioni teatrali o alla più scalcinata recita in un villaggio turistico di III ordine. Che ci si sia accostati al teatro in parrocchia quale elemento aggregante o a scuola per studiarne i risvolti e l’incidenza sulle coscienze sociali, tutti siamo passati per quelle tensioni e le abbiamo combattute e gestite anche a dispetto d’ imprevisti di ogni genere. La commedia in tre atti “rumori fuori scena” è banalmente, ma non troppo, tintinnante, una commedia nella commedia e quello che viene svelato allo spettatore è il backstage. Un dietro le quinte carico di imprevisti e storie di vita vera che interagiscono, o meglio, interferiscono con la rappresentazione. Scorre agevolmente supportata da un tempo comico scandito con precisione svizzera dalla coralità del gruppo. Chi è stato nella vita, almeno una volta attore, tra i personaggi che ci vengono presentati, troverà facile e immediato fare accostamenti con i propri compagni di ventura. Assolutamente da vedere perché vi strapperà qualche grassa risata e per chi avrà voglia di approfondire qualche riflessione sul mestiere dell’artista.

La rappresentazione si insinua nelle vite degli spettatori senza iniziare, il passaggio canonico tra -il si apra il sipario- e -la rottura del silenzio-, che spetta all’attore che ha la prima battuta non c’è; è stato violato. Quell’attore in genere soffre il peso dell’apertura delle danze; così come pure è stata violata la chiusura dello spettacolo che è caotica e grossolana, pare che la compagnia non abbia proprio idea di come agevolare il calare del sipario. Lo spettacolo nello spettacolo è la preparazione della recita, il lavoro dell’attore, del regista, dei tecnici quello che si fa nelle prove, per giorni a volte mesi, cercando di creare le condizioni affinché la compagnia possa battere all’unisono come un’unica entità. Un lavoro troppo spesso ignorato e vilipeso da critiche frettolose e distratte. Il regista che è seduto tra il pubblico inizia a dare disposizioni quando le luci della platea si spengono, ma gli attori erano già lì, aspettavano l’inizio della prova come il pubblico attendeva l’inizio dello spettacolo. Nel tentativo di imbastire lo spettacolo che si svolge nella casa, in vendita, di un evasore fiscale, trasferitosi in Spagna per sfuggire al fisco e rientrato per festeggiare l’anniversario di matrimonio con la moglie, accadono cose di vita vissuta; cose di tutti i giorni, che cementano e distruggono gli uomini e le donne che fanno parte della compagnia. Quando gli sposi arriveranno in casa la troveranno infestata di ospiti inattesi, la governante; l’agente immobiliare incaricato della vendita con la sua amante mezza nuda; salvo poi ricevere la visita di un improbabile ladruncolo. L’intreccio della commedia con la fase della preparazione della commedia è un focus illuminato. Ben tre volte, rivedremo sempre lo stesso atto, ma da prospettive diverse, assisteremo alla stessa commedia da spettatori, da addetti ai lavori e da confidenti degli attori. Come sempre, però, quando si ride si è portati a pensare alla leggerezza dei contenuti proposti, ma, questa volta, a me piacerebbe fare l’avvocato dell’ “ilare”. L’ilarità di questa pièce nasconde il dolore degli interpreti! Il giullare fa ridere anche quando dentro ha un enorme sofferenza! Ma quanto costa all’ attore accendere la risata del pubblico? Quando dentro di se cova l’infiammazione della sofferenza. La donna che interpreta la governante ha investito tutto quello che aveva nella produzione dello spettacolo ed è facile intuire quanta tensione possa aver accumulato durante le prove, senza contare che ha una relazione con un altro attore che si convincerà di essere stato tradito. Un’ attrice e l’assistente di scena si barcamenano in una relazione con il regista. Il ladro, interpretato magistralmente, ha seri problemi con l’alcol è perciò un alcolizzato da tenere a bada per tutta la compagnia. Il tecnico di scena è innamorato della assistente che aspetta un bambino dal regista. Insomma la vita vera incide con quella che simulata dagli interpreti dei personaggi e questo anche uno spunto di riflessione per chi vorrà coglierlo se ridere e passare una serata senza pensieri non soddisfa le vostre aspettative.

Tutto il cast meriterebbe esser citato per la capacità di immedesimarsi nei personaggi il ladro ubriacone, l’oca giuliva amante dell’agente immobiliare, la governante sono perfettamente integrati con il personaggio che interpretano. A tutti il merito di aver fatto parte di una grande squadra, con capacità, umiltà e dedizione. Doti che appartengono ai grandi

iNPlatea_Vittorio De Vito

 

 

A Valerio Binasco il merito di aver diretto egregiamente un cast d’eccezione in Rumori fuori scena dell’inglese Michael Frayn, la pièce del 1982 – da cui nel 1992 è stato tratto un film diretto da Peter Bogdanovich con Michael Caine e Christopher Reeve – diventata un cult del teatro contemporaneo.

con (in o. a.) Francesca Agostini, Valerio Binasco, Fabrizio Contri, Andrea Di Casa, Giordana Faggiano, Elena Gigliotti, Milvia Marigliano, Nicola Pannelli, Ivan Zerbinati

regia Valerio Binasco

Giugno 14th, 2019 by