SOLO


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Evento finito il 11 Novembre 2018


Arturo Brachetti porta in scena al teatro Diana dopo il debutto internazionale a Parigi l’attesissimo: Solo. Un vero e proprio assolo scrivono nelle note di regia, ma in realtà in scena sono almeno in otto, è proprio il caso di dirlo, l’istrionico e versatile trasformista è solo la punta di un iceberg. Il canovaccio è semplice ed essenziale, l’artista si racconta aprendo la sua casa, riprodotta in miniatura sul palcoscenico e messa sotto la lente d’ingrandimento a vantaggio dello spettatore.

Lo spettacolo viaggia in itinere tra più dimensioni quella magica, quella artistica e quella comica ma soprattutto quella trasformista. One man show? Si senza ombra di dubbio! L’impressione è quella che il sessantunenne Brachetti faccia da traghettatore unico nell’ attraversamento delle quattro dimensioni. Come quando si assiste ad uno spettacolo di magia lo spettatore è incuriosito ma sopratutto sfidato a comprendere le dinamiche che rendono possibile di quello che vede. Bene, le rouotine che vengono proposte nello show non impressioneranno un occhio attento, ma la gran parte del pubblico del Diana è incuriosito, stupito e divertito … sicuramente emozionato. Forse il segreto per apprezzare la qualità dello show proposto dal trasformista nazionale, che poi è a tutto titolo un artista di fama internazionale made in italy, sta proprio nella capacità dello spettatore di accogliere l’impossibile e smettere di cercare la spiegazione. Se riuscite a far ciò non dovete perdervi lo spettacolo!

Uno show come detto, espressione di una bella coralità, un lavoro di squadra, che viene presentata a fine spettacolo, per pochi secondi di gloria, come un mago sbadato svela un trucco ma preoccupandosi subito che il suo interlocutore non ne faccia memoria. Brachetti è sul palcoscenico trasformista, mago, artista di strada, disegnatore, mimo, sand painter e interprete de la chapeaugraphie… e chi più ne ha più ne metta.  Improvvisamente sulla scena si materializza un pezzo di stoffa circolare, forato nel centro, gli orli dorati, un banalissimo pezzo di stoffa che nelle mani del trasformista diventa in scena, uno alla volta, 25 cappelli, che a loro volta, una alla volta fungeranno da spunto per la presentazione di altrettanti personaggi della vita di tutti o giorni o tratti da un qualsivoglia romanzo. Venticinque volte, quindici minuti in scena con un pezzo di stoffa e senza annoiare il pubblico, alcune performance sono di altissimo livello umano e artistico come sempre quello che svilisce e depaupera il valore di questo show è la logica commerciale, insomma se lo spettacolo fosse stato contenuto in 55 minuti avremmo potuto scrivere di una performance eccezionale e invece coprire la serata, impegnare il pubblico quanto un film vende di più ma a scapito della qualità globale della recita.

Ai tecnici audio e luci, allo scenografo ed ovviamente ai costumisti vanno il merito di essere stati altri attori in scena, contribuiscono tutti silenti e indispensabili alla performance, nell’ombra, ma è evidente con modalità più fruibili della classica esperienze che siamo abituati a fare a teatro. Lo spettacolo è un lavoro corale le ombre silenti gli invisibili fanno la loro parte ed è predominante,. I personaggi principali, inutile a dirlo, gli addetti ai costumi!

Bella la presentazione di una routine proposta con l’ausilio di un raggio laser, uno dei pochi momenti in cui il pubblico è ammutolito. Un mix di mimica e danza in una fusione a supporto tecnologico!

Il protagonista è il trasformismo, ma anche l’eclettica consistenza di Brachetti che spazia tra personaggi e discipline diverse, capace di incuriosire ma anche di stupire e divertire grandi e piccini. Fragorose sono le risate durante i dialoghi, che pure appaiono semplici ed essenziali.

iNPlatea_Vittorio De Vito

di e con Arturo Brachetti

Associated director David Ottone Yllana company

Settembre 17th, 2018 by