TRAGODIA Un canto d’amore


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Evento finito il 16 Dicembre 2017


“Allegoria: Procedimento retorico, particolarmente usato nel Medioevo, con il quale i concetti vengono rappresentati in figure concrete di persone, animali o cose dotati di significato autonomo“. CIT.

Tragodia è alleogria: allegoria della vita, del vivere, dell’essere umano. In un non ben precisato ufficio pubblico entra un ragazzo e prende il suo numeretto; mentre attende il suo turno, si interfaccia col suo vicino (l’elefante). << Lei conosce Guglielmo Belati? >> e inizia a raccontare… Guglielmo Belati sta andando a casa di Teresa (la civetta), la sua fidanzata per chiederla in moglie, ma durante una sosta in un campo per cogliere dei fiori da portarle, si innamora di una capra. Sentendosi smarrito, corre a raccontarlo al suo amico Claudio (il lupo). Elefante: la pazienza di ascoltare questa storia; civetta: la fidanzata ammiccante e, allo stesso tempo, portatrice di sventure; il lupo, l’amico, quello che all’inizio conforta e in seguito tradisce… e la capra, l’animale in cui si trasformerà Guglielmo Belati. La capra come sinonimo di stupidità, ma al tempo stesso anche di testardaggine; un animale che sa cosa vuole e che per raggiungere l’obiettivo spende tutto se stesso. Una pièce, quella interpretata da Emanuele D’Errico, tutt’altro che lineare all’apparenza, ma che in fondo racchiude una verità tanto semplice quanto complicata. << Io sono quel che sono, non faccio la vita che fai. Io vivo ai margini della città, non vivo come te. … Sono un ragazzo di strada e tu ti prendi gioco di me… >>. Non era soddisfatto della sua vita, Guglielmo Belati e l’ha cambiata, andando contro tutto e tutti. Si ritrova a scendere nelle viscere della Terra e del suo Io mediante una scala a chiocciola che sembra infinita e quando giunge al termine di questa scalata discendente trova finalmente un senso e trova l’amore. Disperazione: Guglielmo Belati si dispera quando capisce che tutti gli hanno voltato le spalle, quando si ritrova solo contro tutti e quando, entrato nel suo nuovo mondo come ’O Straniero, non riesce a capire la strana lingua che parlano le capre (il napoletano). << Io e lei non parliamo la stessa lingua! >> Non vorrebbe seguire quella capra, ma il suo corpo si ribella, lo trascina nella mandria e giorno dopo giorno lo trasforma in uno di loro. All’inizio il dialogo tra Guglielmo che parla in italiano e la capra che si esprime in dialetto ricorda il divertente scambio di ”pozzettiana“ memoria, con il cane Gaetano, nel film “La casa stregata”. Anche in quell’occasione Renato Pozzetto aveva avuto timore di seguire le indicazioni che gli dava Gaetano, ma alla fine si era lasciato andare e la sua vita era cambiata in meglio. Anche la vita di Guglielmo Belati cambia, anche se per poco. Ritrova finalmente la sua amata capretta, ma durerà il tempo di un ballo, poi in fila al macello capirà che la fine è vicina e si ribellerà. Disperazione, di nuovo, e di nuovo cambiamento, trasformazione: di colpo non è più una capra, di colpo ritorna umano. Gli rimane impresso nella mente il mantra della sua amica capra

<< Quann curr, nun t girà. Semp annanz tu ea guardà!>>

e lui corre e corre e corre verso una vita che non esiste, verso un mondo che non ha saputo accoglierlo e si ritrova di nuovo solo. Come un cane che si morde la coda, in questo caso una capra, Guglielmo Belati non è più né capra né essere umano e deve scegliere per forza. Sceglie la cosa più semplice o forse la più complicata, dipende dai punti di vista.  Sceglie, però, consapevolmente e senza costrizioni di vivere la vita che più lo rende felice. In fondo “La forma della tragedia classica greca è il punto di arrivo di un processo” CIT. E la tragedia che è capitata a Guglielmo Belati lo ha portato a vivere un profondo processo di trasformazione esteriore e soprattutto interiore e a fargli comprendere davvero per cosa valga la pena vivere.

Marianna Addesso iNPlatea

 

 

da un racconto di Emanuele D’Errico
con Emanuele D’Errico
musiche Mario Autore

regista assitente Rebecca Furfaro
disegno luci Ettore Nigro

ufficio stampa Anna Marchitelli
grafica Francesco Palumbo
adattamento e regia Ettore Nigro

Ottobre 10th, 2017 by