TUTTO IL MARE O DUE BICCHIERI?


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Evento finito il 19 Febbraio 2018


Nel Duomo di Napoli è accaduto un fatto increscioso assai… <<S’ann arrubbat ‘o sang e San Gennaro!>> A dirigere le delicate indagini il vice commissario Ercole Portone coadiuvato dall’agente Esposito. In piena notte, tra ex-voto e tesori vari, il vice commissario tenta di farsi raccontare come sono andate le cose dall’unico testimone dell’accaduto: Angiolino Spertoso, aiuto sacrestano. Peccato che da Spertoso, così come dal suo vicino di casa Gerardo Stanco, non si riesca a ricavare nient’altro che improbabili neologismi derivati direttamente dal dialetto. E così, tra kalashnikov che diventano Barysnikov, carneofficine varie e clonazione divenuta improvvisamente sinonimo di “marenna”, il buon investigatore perde le staffe. Esilaranti gli scambi tra i protagonisti, con una Veronica Mazza, che interpreta Lucia, meravigliosamente sul pezzo; il botta e risposta è continuo e divertente e il pubblico non riesce a smettere di ridere, contagiando in più di un’occasione persino gli interpreti. Lucia è la moglie dello Spertoso e soffre di una rara malattia degenerativa, arrivata ormai allo stadio terminale. Pur essendo discendente “smersa” di San Gennaro, stupisce il marito quando, saputo del furto delle ampolle, afferma di sentirsi finalmente libera. Non dovrà, infatti, più accettare tutto con cristiana rassegnazione, ma potrà iniziare un nuovo percorso basato sul pensiero positivo e sugli scambi derivanti tra questa nuova filosofia e l’Universo intero. L’unico modo per rimettere le cose a posto, a questo punto, sarebbe quello di parlare direttamente con San Gennaro: si potrebbe clonare…

Da qui parte la storia nella storia. Scienza contro fede; tutto il mare della fede contro gli unici due bicchieri che la scienza potrebbe offrire all’assetato, ma non è così semplice. Se da un lato decidere di credere può sembrare la via più semplice, dall’altro la voglia di tentare il tutto per tutto per risolvere i problemi, sebbene sembri la teoria più lucida, di lucidità ne fa perdere molta.

Nei suoi lavori, Eduardo Tartaglia non è mai banale. Nonostante nomi, guardaroba e dialoghi ricalchino alla perfezione il mondo del teatro classico di tradizione partenopea, la sempre costante ricerca e sperimentazione che lo contraddistingue rende attuale, a tratti anche futuristica, la visione d’insieme. Arrivare a pensare a San Gennaro come un moderno supereroe pronto a sconfiggere tutti i mali che affliggono il mondo può far sorridere, ma anche, e soprattutto, riflettere. La dicotomia del binomio scienza/fede va a fondersi in un unico concetto principe: il bisogno di pace e tranquillità e l’ambizione ad una vita libera e senza problemi. Ma quando ormai è chiaro il progetto folle che lo Spertoso vuole portare a termine costi quel che costi, le parole di Lucia colpiscono allo stomaco. Si discute da sempre sul sangue del santo e una gran fetta di umanità è portata a pensare che quello racchiuso nella famosa ampolla non sia affatto sangue umano. Di contro c’è chi ha deciso di credere senza interrogarsi ulteriormente, di credere e basta. Il progetto di clonazione di San Gennaro, dunque, potrebbe portare con sé catastrofici contraccolpi universali, sia da un lato che dall’altro. Molto meglio lasciare le cose come stanno. L’utopia di vivere in un mondo scevro di guerre e fame continuerà ad essere un’utopia e tutti gli Angiolino Spertoso del mondo continueranno a vivere da assetati e a dover decidere, volta per volta, se quella che gli si para davanti è una “sete” che potrà essere colmata da tutto il mare o da soli due bicchieri.

Marianna Addesso iNPlatea

 

di e con Eduardo Tartaglia

e con Veronica Mazza, Stefano Sarcinelli, Salvatore Misticone, Pierluigi Iorio

Dicembre 16th, 2017 by